Acqua minerale e territorio: un legame inscindibile

Durante l’Open Factory, Donatella Cursi, direttore dello stabilimento Acqua Panna, ha illustrato l’importanza del legame tra acqua minerale e territorio

MILANO –  Open Factory, l’iniziativa promossa da Italy post e L’Economia-Corriere della Sera, al quale ha aderito anche il Gruppo Sanpellegrino che ha aperto le porte di Acqua Panna per far conoscere il valore dell’acqua minerale. Tra gli interventi c’è stato anche quella di Donatella Cursi, direttore dello stabilimento in cui viene imbottigliata l’acqua che porta la toscanità nel mondo.

Il legame tra acqua minerale e territorio

La tipologia di un’acqua minerale naturale dipende dal luogo di origine della fonte e dalla natura della falda acquifera.  Acquisisce sali minerali e oligoelementi dalla rocce durante un lungo percorso sotterraneo che può durare decenni.

Sali minerali e oligoelementi costituiscono l’impronta digitale di un’acqua minerale. Possono esistere acque minerali simili ma non ne esiste una identica all’altra perché l’ampia varietà di rocce e strutture geologiche determinano le condizioni per la formazione di acque minerali diverse a seconda, appunto, delle caratteristiche dei territori in cui sgorgano.

Le falde acquifere in Italia

La composizione chimica delle acque minerali è legata dunque alle caratteristiche della roccia che forma le falde acquifere.

Le caratteristiche delle rocce - ovvero l’acquifero - condizionano anche la captazione: un acquifero in rocce sedimentarie – come nel caso di Acqua Panna - è poco permeabile e richiede numerose sorgenti. Viceversa un acquifero in rocce calcaree o dolomitiche – come nel caso di S.Pellegrino - presenta permeabilità elevate e l’acqua minerale può scaturire per mezzo di poche sorgenti.

Acqua Panna e la tutela di un ambiente naturale unico

Venendo al caso specifico di Acqua Panna, la sua storia è indissolubilmente legata al territorio in cui nasce. Lo stabilimento è situato a 35 km a nord da Firenze, nell’Appennino Tosco-Emiliano sulle pendici del Monte Gazzarro (1.125 m). Le sorgenti si trovano all'interno di una tenuta che si estende su una superficie di oltre 1300 ettari.

La tenuta è quella che i Medici acquistarono per farne una riserva di caccia incontaminata e ne delimitarono ufficialmente i confini con un atto datato 1564. Nella riserva si conducono ancora oggi opere di tutela forestale per proteggere la ricca flora e fauna del luogo. Il territorio è interdetto a qualsiasi attività umana e l’intera area viene sorvegliata per garantire che nell’area di concessione mineraria non venga svolta nessuna attività antropica.

Un sofisticato sistema computerizzato, infine, permette di effettuare la protezione dell'area delle sorgenti, il controllo del microclima e dei parametri chimico-fisici dell'acqua minerale.

di Prisca Peroni

4 dicembre 2018

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