MILANO – Su un’area grande quanto tre volte la Spagna è partito il più grande esperimento di “cloud seeding”, cioè produzione di nuvole artificiali, di sempre.
Il piano, raccontato nel dettaglio dal South China Morning Post, è ambizioso seppur ancora in fase sperimentale: si tratta di installare sulle montagne un sistema di camere di combustione, capaci di generare 10 miliardi di metri cubi di pioggia l'anno - il 7% del consumo idrico nazionale - su un'area di 1,6 milioni di chilometri quadrati.
Lo stress idrico della catena tibetana
Nonostante la ricchezza dei suoi ghiacciai, il Tibet è considerato una delle aree più aride del pianeta, giacché riceve una media appena 10 centimetri di pioggia al giorno.
La Cina ha dunque deciso di modificare il clima per aumentare la piovosità del plateau. Si tratta di un progetto che punta a riconvertire a uso civile una tecnologia militare all'avanguardia per aumentare le precipitazioni nell'altopiano tibetano che alimenta alcuni dei maggiori fiumi d'Asia (tra cui il fiume Giallo, lo Yangtze, il Mekong, il Salween e il Brahmaputra: al centro delle dispute tra Cina, India, Nepal, Laos e Myanmar).
L’esperimento
Decine di migliaia di camere di combustione bruceranno carburante solido in grado di produrre particelle di ioduro d'argento, un composto con una struttura cristallina simile al ghiaccio utilizzato per 'inseminare' le nuvole.
Le camere, posizionate ad alta quota, intercettano i monsoni che portano umidità dall'Asia Meridionale; quando i venti sferzano le montagne, producono correnti d'aria con spinta ascendente che trasportano le particelle emesse nell'atmosfera dalle camere, provocando pioggia e neve.
Una sola camera è in grado di generare nuvole artificiali lunghe 5 chilometri. “Sono oltre 500 le camere già posizionate sui pendii in Tibet e nel Xinjiang - ha riferito al SCMP un ricercatore coinvolto nel progetto - I dati che abbiamo collezionato mostrano risultati promettenti”.
di Alessandro Conte
16 maggio 2018
source: thelandofsnows.com