Cos’è il Glasgow Climate Pact

Cos’è il Glasgow Climate Pact

Scopriamo in cosa consiste l’accordo sul clima che prevede esplicitamente l’impegno da parte di nazioni e aziende nel ridurre l'utilizzo del carbone

MILANO - Accelerare la lotta ai cambiamenti climatici e delineare le basi per il suo finanziamento futuro. Con questi obiettivi i circa 200 Paesi riuniti alla Cop26 hanno adottato il patto per il clima di Glasgow (Glasgow Climate Pact), un accordo raggiunto durante la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici “Cop26” tenutasi dal 31 ottobre al 13 novembre 2021. Si tratta del primo accordo sul clima che prevede esplicitamente di ridurre l'utilizzo del carbone.

Il Glasgow Climate Pact

Il patto per il clima di Glasgow conferma l'obiettivo di limitare a 1,5 gradi centigradi il riscaldamento globale, rispetto ai livelli pre-industriali, obiettivo per il quale è necessario garantire significative riduzioni delle emissioni globali di gas serra, con emissioni zero entro il 2050. Nel documento finale i Paesi firmatari si impegnano ad "accelerare gli sforzi verso la riduzione graduale dell'energia a carbone" e ad "eliminare gradualmente" i sussidi ai combustibili fossili, fornendo al contempo un sostegno mirato ai paesi più poveri e vulnerabili, in linea con i contributi nazionali, e riconoscendo "la necessità di sostegno verso una transizione giusta".

Alle nazioni che hanno sottoscritto l'accordo viene chiesto di "rivedere e rafforzare" i loro obiettivi di riduzione delle emissioni per il 2030 entro la fine del 2022, "tenendo conto delle diverse circostanze nazionali". E ai paesi ricchi si chiede di "almeno raddoppiare" entro il 2025, rispetto ai livelli del 2019, i finanziamenti per sostenere l'adattamento dei paesi in via di sviluppo.

L’impegno di nazioni e aziende

Sono 140 i Paesi che si sono impegnati a raggiungere le zero emissioni nette, un obiettivo che include il 90% delle attuali emissioni globali di gas serra. Più di 100 Paesi, incluso il Brasile, hanno promesso di invertire la deforestazione entro il 2030, mentre oltre 40 nazioni si sono impegnate ad abbandonare il carbone. L'India ha promesso di trarre metà del suo fabbisogno energetico da fonti rinnovabili entro il 2030.

I governi di 24 Paesi sviluppati e un gruppo di importanti case automobilistiche tra cui GM, Ford, Volvo, BYD Auto, Jaguar Land Rover e Mercedes-Benz si sono impegnati a "lavorare affinché tutte le vendite di nuove auto e furgoni siano a emissioni zero a livello globale entro il 2040, e entro e non oltre il 2035 nei principali mercati".

L’approvazione finale

L’accordo, ideato per rivedere i piani di riduzione delle emissioni a partire dal 2022 e cercare di mantenere raggiungibile gli obiettivi dell'accordo di Parigi, è stato rivisto all’ultimo momento su richiesta dell’India. Nel testo, infatti, l'impegno a "eliminare gradualmente" (phase-out) il carbone alla fine dei negoziati è stato modificato in "riduzione graduale" (phase-down). Nonostante le perplessità e le lacrime dello stesso presidente della Cop26, Alok Sharma, la proposta è passata con tale compromesso a beneficio del pacchetto complessivo. L'approvazione finale del testo, dopo due settimane di duri negoziati, è stata suggellata con un colpo di martello da parte del presidente britannico.

Mantenere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi

La Commissione Europea ritiene che il "Patto di Glasgow" adottato da quasi 200 Paesi alla Cop26 a Glasgow mantenga "vivi gli obiettivi dell'accordo di Parigi, dandoci l'opportunità di limitare il riscaldamento globale a 1,5 C". "Abbiamo fatto progressi sui tre obiettivi che ci eravamo prefissati all'inizio della COP26 - ha dichiarato in una nota la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen - Ma non dobbiamo perdere tempo, abbiamo ancora un lavoro difficile davanti a noi".

Di Salvatore Galeone

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