Da Giotto a Van Gogh, l'acqua ispira i pittori

Fin dalle origini dell'arte l'acqua ha giocato un ruolo fondamentale nell'ispirare pittori di ogni epoca e di ogni corrente espressiva. Dalle pitture rupestri all'arte antica, dalla pittura del Trecento all'Impressionismo passando per il Rinascimento e i Preraffaelliti e approdando ai più recenti Picasso, Cézanne e Magritte...

Un viaggio emozionante dalle origini della pittura fino all’inizio del XX secolo per ripercorrere il ruolo dell’acqua come fonte d’ispirazione

MILANO -  L’acqua, elemento essenziale nella vita dell’uomo, ha affascinato intere generazioni di artisti diventando protagonista di numerose opere. Dai graffiti rupestri raffiguranti luoghi legato all’acqua alla pittura rinascimentale in cui diventa simbolo di purezza attraverso il rito del battesimo, dalla corrente impressionista di Monet fino all’arte moderna e contemporanea. Dei quattro elementi quello liquido è sicuramente uno dei più fecondi dal punto di vista dell’ispirazione artistica, sia per le sue caratteristiche di trasparenza e fluidità, sia per il forte significato simbolico che le è da sempre stato attribuito nella filosofia e nella mitologia.

ARTE ANTICA - Nell’iconografia dell’Antico Egitto, l’elemento acqua era rappresentato come due divinità dalla caratteristiche antropomorfe: il Nilo, l’acqua delle inondazioni che restituivano fertilità al terreno, e il Nun, l’oceano primordiale che ha dato origine a tutte le forme di vita. Nella mitologia greca invece tutte le acque, salate o dolci che fossero, erano dirette discendenti del dio Oceano, figlio di Urano e Gea; Oceano veniva identificato come un grande fiume che circondava la Terra e che dava origine a tutti i corsi d’acqua. La stessa Afrodite, dea dell’amore, era raffigurata come una donna bellissima che nasce dalla spuma del mare nell’isola di Cipro. Celebre il dipinto murale a Pompei nella casa detta della Venere della Conchiglia. La divinità acquatica più importante è sicuramente Poseidone, il Nettuno degli antichi romani, che regna su divinità minori come Tritone, Glauco, Proteo, Ioreo e Nereo.

DA GIOTTO AL RINASCIMENTO - Nell’arte occidentale tra il IX e il X sec. l’acqua tende a venire identificata con l’atto battesimale e a diventare così simbolo di purezza. Estremamente suggestivo è l’affresco di Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova in cui viene raffigurato il battesimo di Gesù. Anche nel “Battesimo di Cristo" di Piero della Francesca la composizione di figure umane è costruita attorno al Cristo nell’atto di ricevere il sacramento. I colori sono tersi e creano piccoli contrasti luminosi tra le vesti, la trasparenza del cielo e lo scintillio dell’acqua benedetta. Sandro Botticelli, con il suo dipinto “Nascita di Venere" conservato agli Uffizi di Firenze, riporta l’acqua protagonista di soggetti profani; in questa tela, diventata icona del Rinascimento italiano, in cui si vede Venere che avanza leggera su una conchiglia lungo la superficie del mare increspata dalle onde: la prospettiva viene data proprio dall’acqua che assume diverse tonalità in lontananza e che rappresenta l’origine della vita. E ancora nel dipinto di Tiziano “Amor sacro e Amor profano”, i due personaggi femminili, Venere e Proserpina, assistono l’amorino che miscela l’acqua contenuta nello scrigno-sarcofago trasformando la morte in vita. Esemplare, infine, l’interpretazione del mito di Narciso nel quadro di Caravaggio che riproduce il fanciullo chino su uno specchio d’acqua intento a rimirare incantato la propria immagine.

GLI IMPRESSIONISTI - Nella pittura impressionista l’acqua è spesso presente e permea buona parte del dipinto grazie alla sua capacità di originare suggestivi giochi di luce. Nel dipinto di Manet raffigurante il molo di “Boulogne-sur-Mer” l'acqua che avvolge i due pontili alla foce della Liane è resa da pennellate morbide nei toni grigio-perlati che costruiscono uno straordinario contrasto cromatico con la fitta rete di pali che vi si specchiano. “Impression soleil levant”, la straordinaria opera di Monet da cui prende nome la corrente artistica, rappresenta il porto di La Havre all’alba con in primo piano una barca di pescatori al rientro dalla pesca notturna; l’acqua è l’elemento dominante anche grazie all’effetto della luce del sole nascente che vi si riflette e genera una luminosità quasi anomala, in grado di dare un carattere soprannaturale alla tela. Dall’acqua del mare a quella dello stagno che, nella serie di quadri dedicati da Monet al ponte del “Giardino di Giverny”  e alle ancor più celebri ninfee, è sempre più sfumata, dall’iridescenza quasi madreperlacea, e diventa il vero e proprio soggetto del quadro.

SHAKESPEARE E CLASSICISMO NEI PRERAFFAELLITI - Esiti totalmente diversi rispetto alle ninfee amate dagli impressionisti, sono quelli caratterizzanti la pittura preraffaellita in cui lo stagno e il corso d’acqua assumono connotazioni magiche e mitologiche. Nei dipinti tardo-ottocenteschi dell’artista britannico John William Waterhouse spiccano due diversi filoni che fanno da filo conduttore alle sue opere: quello classico e quello shakespeariano. “Ila e le ninfe” ad esempio, in cui viene raffigurato il giovane Ila poco prima di essere rapito dalle ninfe che lo trascineranno nelle profondità dello stagno, appartiene al primo filone mentre “Ofelia”, l’infelice amante di Amleto che si suiciderà per amore lasciandosi annegare nelle placide acqua del lago, appartiene al secondo.

CÉZANNE, PICASSO E MAGRITTE - Dall’Impressionismo di Monet al Post-Impressionismo di Van Gogh con la sua “Notte stellata sul Rodano”. Il dipinto, considerato uno dei suoi capolavori, è totalmente giocato sul riflesso del cielo stellato contro le acque scure del fiume e con  le luci della cittadina di Arles in lontananza. Per Paul Cézanne il colore prevale sulla linea come si può osservare nel dipinto “Lago di Annecy” e la presenza dell’elemento acqua si basa sulle differenze cromatiche nei toni del blu e del verde mischiati con tocchi di giallo e violetto per dare una profondità prospettiva al paesaggio lacustre. “Les demoiselles d’Avignon”, dipinto da Picasso nel 1908 ed esposto al MoMadi New York, è uno dei dipinti simbolo del cubismo e raffigura un gruppo di donne attorno alle quali l’elemento acquatico è riconducibile soltanto ai toni dell’azzurro alle loro spalle. Una visione dell’acqua totalmente surrealista è quella infine proposta da René Magritte con la sua “Sirena invertita”, una creatura ibrida, metà donna e metà pesce, languidamente distesa sulla battigia; alle sue spalle si intravede la risacca dell’onda che sfocia con il suo azzurro cupo nel chiarore dell’orizzonte.

aggiornato il 18 febbraio 2013