Paolo Corazzon, vi racconto la mia passione per la meteorologia

Dall'appuntamento fisso con "Che tempo fa" di Bernacca al corteggiamento del Colonnello Giuliacci che lo volle nel 1997 al Centro Epson Meteo. Amante dei temporali, Paolo Corazzon racconta in prima persona com'è nata la sua passione per la meteorologia, l'importanza della risorsa acqua per la vita e fa anche una previsione sull'estate che ci aspetta...

Di Paolo Corazzon

LE ORIGINI - Molti mi chiedono come nasce la mia passione per la meteorologia. Beh è una di quelle cose che non si spiegano. Nasce perché te la ritrovi. Sono nato che ce l’avevo e me ne sono accorto in realtà molto presto. Fin da quando ero piccolo, già alle elementari, ho cominciato a non perdermi una puntata di “Che tempo fa” di Bernacca in tv. Tutte le sere prima del TG1 guardare le previsioni del tempo di Bernacca era un rito. Poi c’era anche il fatto che al primo temporale mi attaccavo alla finestre per non perdermi neanche un fulmine mentre quando nevicava ero sempre giù a prendermi la neve.

PASSIONE DA STUDIARE - Poi ho scoperto che in realtà tutti gli appassionati di meteorologia, che sono tanti, se la ritrovano e anche loro non riescono a spiegarsela. Io sentivo il bisogno di guardare le previsioni in tv non perché il giorno dopo dovevo andare al mare ma per il gusto di vedere che tempo fa. A pensarci una cosa maniacale, quasi da psicologo! Fortunatamente poi nel tempo ho deciso che questa passione volevo un po’ costruirla: mi sono iscritto a Fisica con l’intenzione di prendere poi il ramo di Fisica dell’Atmosfera anche se, allora, le possibilità di lavoro erano limitate. Ma era una passione che dovevo seguire.

L’INCONTRO CON GIULIACCI - Non è stata così immediata. Dall’ultimo anno di liceo, e anche nel periodo universitario, guadagnavo qualcosa come bagnino e istruttore di nuoto. E continuai a farlo anche con un 110 e lode in Fisica in tasca. Ricevetti anche altre offerte che però erano lavori che non facevano per me, come la banca. Rifiutavo nella speranza saltasse fuori più vicino a me e alla fine ho tampinato il Colonnello Giuliacci fino quasi a “stressarlo”, diciamola tutta. Alla fine ha “ceduto” e quando ha creato il Centro Epson Meteo nel 1997 si è ricordato di me e mi ha voluto nel gruppo.

L’AMORE PER IL TEMPORALE - Quindi sono riuscito a trasformare una passione in lavoro, anche se non a tutti piacciono le piogge o le nevicate. Anzi se possibile le maledicono pure. In realtà quello che piace a noi che ci occupiamo in prima persona del tempo è proprio lo spettacolo della natura, lo spettacolo del cielo. Al di là dello studio c’è innanzitutto il fascino della meteorologia e dei fenomeni atmosferici in sé. Tra tutti il temporale è quello che continua a lasciarmi a bocca aperta: al primo tuono e alla prima nuvola scura all’orizzonte mi isolo e non ci sono per nessuno perché voglio godermelo. Èvero che la gran parte degli appassionati sono alla ricerca della neve. Io invece preferiscono più i temporali forse perché sono dei fenomeni così estremi, violento, quasi come se la natura volesse sfogarsi, che mi rapiscono.

L’IMPORTANZA DELL’ACQUA - Ma questa considerazione sui temporali forse è spiegabile anche per l’importanza dell’acqua. Tutti ne abbiamo bisogno e senza di essa non ci sarebbe sostanzialmente vita. Se mai il problema è che ultimamente stiamo sfruttando le nostre risorse idriche in maniera sempre più massiccia mettendo anche a rischio i nostri approvvigionamenti. Ma non solo: anche la distribuzione delle piogge negli ultimi anni è sempre più anomala. Attraversiamo spesso periodi anche siccitosi, nell’area del Mediterraneo e anche in Italia, che possono rappresentare un problema. Tra l’altro l’aumento delle temperature che stiamo registrando negli ultimi anni sta anche sciogliendo i ghiacciai alpini che per noi sono una riserva fondamentale. Solo nell’estate del 2003, una stagione tremenda, abbiamo perso uno spessore dei ghiacciai alpini di vari decine di centimetri, che sono misure notevoli. E rispetto a cento anni fa i ghiacciai alpini si sono ridotti del 50%. A questo vanno associate anche le precipitazioni irregolari che alternano siccità a piogge torrenziali e alluvioni che non fanno neanche bene alla natura La risorsa acqua per l’Italia sarà uno degli impegni futuri e ne abbiamo bisogno sotto tutti i punti di vista.

L’ESTATE CHE CI ASPETTA - Ultimamente abbiamo delle estati che partono alle volte un po’ più tardi. Agli inizi di giugno è ancora un po’ variabile ma poi dalla metà di giugno, statisticamente, anche per la prossima stagione estiva il tempo si metterà al bello. Un po’ guardando cosa sta accadendo negli ultimi anni un po’ sfruttando le tecnologie che consentono di andare un po’ oltre, posso dire che da metà giugno in poi possiamo stare tranquilli. E tra l’altro l’area mediterranea negli ultimi anni sta vivendo delle estati belle anche se con l’aspetto negativo che sono spesso estati molto calde. Ècredibile che anche la prossima lo sia. Tra l’altro siamo in un anno in cui non ci sono quei fenomeni come la Niña che tendono a tenere le temperature un po’ più contenute. L’estate canonica reggerà, anzi forse ci lamenteremo anche perché troppo bella e troppo calda. Specie coloro che purtroppo saranno costretti in città per lunghi periodi.

http://www.paolocorazzon.com/

aggiornato il 10 maggio 2013