Il 2023 è stato l’anno più caldo della terra

Il 2023 è stato l’anno più caldo della terra

Un nuovo report di monitoraggio delle temperature terrestri è stato diffuso da Copernicus, il programma di osservazione della Terra dell’Unione Europea.

MILANO – Il 2023 è stato l’anno più caldo dal 1850, ovvero da quando è iniziata la raccolta di informazioni sull’andamento della temperatura del pianeta. La notizia, confermata da Copernicus, non coglie alla sprovvista gli esperti, soprattutto dopo la pubblicazione nel 2022 del Global Annual to Decadal Climate Update della World Metereological Organization, nella quale si stimava che ci fosse una probabilità del 48% che la temperatura globale superasse 1,5 gradi nel periodo compreso tra il 2022 e il 2026.

Le temperature della terra e degli oceani

Il 2023 è stato l’anno record per le temperature terrestri, superando il precedente record appartenuto al 2016. La temperatura media globale è stata di 14,98 gradi, +0,17 rispetto al 2016. La temperatura globale è stata di 1,48 gradi più elevata rispetto al livello preindustriale 1850-1900. Questo aumento si avvicina moltissimo al limite previsto dall’accordo di Parigi del 2015, ovvero quello di limitare l’aumento della temperatura di 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali. Ogni mese da giugno a dicembre è stato più caldo del mese corrispondente in qualsiasi dei precenti anni. Tutti i giorni del 2023 sono stati superiori di oltre un grado rispetto ai livelli preindustriali e quasi il 50% dei giorni nel 2023 è stato più caldo di oltre 1,5 gradi. L’aumento delle temperature è generalizzato in tutti i contenenti a parte l’Australia; la situazione più critica si registra nel nord america, in tutta l’europa e nella parte più orientale dell’Asia.

Le temperature superficiali del mare sono state insolitamente alte, raggiungendo livelli record per il periodo da aprile a dicembre. A fine agosto si è registrato il record di temperatura superficiale degli oceani di 21,02 gradi, superando quello del 2016 di 20,95 gradi.

Le conseguenze

Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti e si esplicitano in eventi estremi in tutto il mondo, con impatti significativi sulla salute umana, sugli ecosistemi, sulla natura e sulle infrastrutture. Gli eventi alluvionali di grande impatto hanno causato piogge intense, piogge monsoniche e cicloni tropicali. Molte regioni hanno subito invece la mancanza di precipitazioni, in particolare l’America (centrale e meridionale) e l’Africa occidentale. Solo in Italia sono stati rilevati 378 eventi climatici estremi nel 2023, secondo l’Osservatorio Città Clima di Legambiente, in aumento del 22% rispetto al 2022; questi eventi hanno causato 11 miliardi di danni e 31 vittime complessive.

Per quanto riguarda l’estensione dei ghiacciai marini antartici, si è toccato il minimo storico nel mese di febbraio e si sono raggiunte estensioni record per il corrispondente periodo dell’anno in 8 mesi. L’estensione del ghiaccio marino artico a settembre è stata la sesta più bassa della storia.

Le concentrazioni di anidride carbonica e di metano hanno continuato ad aumentare e hanno raggiunto livelli record nel 2023, con un +0,5% per entrambi.

Di Stefano Morretta

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