Plastica Seconda Vita: l’etichetta ecologica per i materiali riciclati

Plastica Seconda Vita: l’etichetta ecologica per i materiali riciclati

L’IPPR ha ideato un’etichetta ecologica per identificare e certificare i materiali derivanti dalla valorizzazione dei rifiuti plastici

MILANO – La maggior parte degli oggetti di uso quotidiano è realizzata o confezionata in plastica. Il mercato della plastica è grande e ogni anno ci vengono forniti dati, rapporti e statistiche sul suo stato dell'arte, con approfondimenti sulla quantità di plastica utilizzata, sprecata o riciclata. Oggi più che mai è fondamentale un corretto riciclo della plastica, per contribuire a contrastare tutti i problemi che derivano dalla sua sbagliata gestione. In quest’ottica, l’Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo ha ideato per primo in Europa l’etichetta Plastica Seconda Vita. Scopriamo di cosa si tratta. 

Plastica Seconda Vita

L’Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo, nato 20 anni fa da Unionplast, Plasticeurope Italia e Corepla, si pone l’obiettivo di supportare e favorire “l’incontro tra domanda e offerta nell’ambito delle plastiche da riciclo”, presentandosi come il promotore dell’educazione e della cultura su queste tematiche in scuole, istituzioni e imprese. Esattamente in quest’ottica, i principali rappresentati del mercato della plastica da riciclo hanno dato vita a un’etichetta ecologica definita PSV: Plastica Seconda Vita. La missione? Fornire un certificato per i materiali e i manufatti prodotti attraverso la valorizzazione dei rifiuti plastici, soffermandosi soprattutto sulla qualità di questi ultimi e sulla loro rintracciabilità

Come riportato sul sito dello stesso Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo, l’etichetta Plastica Seconda Vita si muove lungo tre diverse direzioni:

  1. punta sulle garanzie offerte dagli standard tecnici di settore e dagli accertamenti di parte terza;
  2. applica il concetto di “rintracciabilità” dei materiali riciclati e ne calcola il contenuto;
  3. contribuisce a rendere più facilmente identificabili i beni in materie plastiche da riciclo che vengono destinati alle Pubbliche Amministrazioni, alla Grande Distribuzione Organizzata e ai privati cittadini. 

PSV: a chi si rivolge e quali materiali coinvolge?

In un’ottica di economica circolare e attraverso l’implementazione di questa etichetta,  l’obiettivo dell’Istituto per la Promozione delle Plastiche da Riciclo è quello di focalizzare l’attenzione sul potenziale delle materie plastiche e sul concetto di “riciclato”, rivolgendosi soprattutto alle aziende, alle pubbliche amministrazioni, ai cittadini e alla Grande Distribuzione Organizzata – consentendo così a tutti gli interessati di operare scelte più virtuose e sostenibili quando si parla di riciclo e sostenibilità dei materiali. 

La certificazione, per permettere una maggiore chiarezza in merito alle origini e alla “prima” vita della plastica, viene suddivisa in alcune sottocategorie. Tra queste, si trovano ad esempio: PSV da raccolta differenziata, PSV da scarto industriale, PSV Mix Eco, PSV Food, PSV Bag, e PSV Sottoprodotto. Tra i principali prodotti che hanno ottenuto il certificato, troviamo ad esempio le categorie appartenenti al settore dell’edilizia, della pavimentazione, degli imballaggi, della florovivaistica, degli arredi, dei prodotti per comunità e per l’arredo urbano, dei gadget e degli articoli promozionali, degli articoli per la persona e per animali, e dei prodotti per la casa

Di Elena Parodi 

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