La protezione delle tartarughe marine attraverso la tecnologia

La protezione delle tartarughe marine attraverso la tecnologia

Nel percorso verso un rapporto più sostenibile con il Pianeta, in che modo la tecnologia supporta la protezione degli ecosistemi e delle tartarughe marine?

MILANO – Sempre più spesso il mondo della scienza sta puntando sugli investimenti nell’innovazione tecnologica per monitorare i cambiamenti climatici e proteggere l’intero ecosistema. Lo stesso discorso, negli ultimi anni, è stato applicato anche all’ambito della protezione della fauna, e nello specifico per il tracciamento e monitoraggio delle tartarughe marine.

L’importanza delle tartarughe marine

Le tartarughe marine sono rettili che vivono principalmente in acqua, ma la cui deposizione e incubazione delle uova avviene sulla superficie terrestre. Si tratta di una specie che presenta un senso dell’orientamento particolarmente sviluppato: nidificano nel luogo in cui sono nate, percorrendo anche tratti molto lunghi. Anche se a livello mondiale esistono 7 specie, nelle acque del Mediterraneo si trovano solamente la tartaruga comune (Caretta caretta), la tartaruga verde (Chelonia mydas) e la tartaruga liuto (Dermochelys coriacea).

Le tartarughe marine svolgono un ruolo fondamentale per mantenere l’equilibrio degli ecosistemi all’interno dei quali sono inserite. Situate al vertice della catena alimentare, contribuiscono al mantenere equilibrato il numero delle popolazioni di flora e fauna. La loro salute fisica, poi, è un ottimo indicatore dello stato di salute degli ecosistemi marini. Si tratta, tuttavia, di animali costantemente minacciati dalle attività di pesca, dall’acquacoltura e dalla navigazione, così come dall’inquinamento luminoso costiero e dal generale aumento delle temperature globali. Proprio per questi motivi, è necessario tenerle costantemente monitorate.

L’Intelligenza Artificiale al servizio dell’ecosistema

Il monitoraggio delle tartarughe marine avviene soprattutto in riferimento ai loro nidi. Se fino a poco tempo fa si trattava di un processo manuale che richiedeva un’ingente quantità di tempo e risorse per portarlo a termine, oggi grazie ai sistemi di intelligenza artificiale non è più così. Attraverso l’analisi delle immagini satellitari, infatti, è possibile rilevare e tracciare i nidi in tempo reale, così come individuare e bloccare potenziali minacce come predatori, attività umane o eventi climatici estremi. Conoscere la posizione esatta di questi nidi, inoltre, permette di avere un particolare occhio di riguardo alle aree più propense alla nidificazione, in modo tale da proteggere e preservarle.

Oltre al tracciamento dei nidi, l’intelligenza artificiale viene implementata anche per monitorare e tracciare gli spostamenti delle tartarughe nei mari e negli oceani, grazie a dei tag satellitari che raccolgono ed elaborano informazioni sulla velocità, la posizione e la profondità. Al tempo stesso, poi, questi sistemi vengono utilizzati per identificare e tracciare le specie di tartarughe marine sulla base delle loro caratteristiche facciali.

Tecnologia e tartarughe marine: un esempio di utilizzo

Uno degli esempi di applicazione della tecnologia più attivo ed esemplificativo è il caso del Sea Turtle Tracker della Sea Turtle Conservancy, il più antico gruppo di ricerca e conservazione delle tartarughe marine al mondo. Per il tracciamento e il monitoraggio, il Sea Turtle Conservancy impiega la tecnologia della telemetria satellitare: un trasmettitore viene installato sul dorso della tartaruga, in modo tale che questo possa inviare le informazioni al satellite in orbita. Una volta ricevuti, i dati sotto forma di codici digitali vengono trasferiti sulla stazione di terra per essere decifrati. L’organizzazione mette inoltre a disposizione degli utenti e dei propri membri la possibilità di tenere monitorate in tempo reale le specie tracciate, con l’opportunità di accedere all’elenco completo delle tartarughe marine attive. La loro missione è ben chiara: la protezione di queste specie deve necessariamente passare attraverso la conoscenza dei loro comportamenti, dei loro modelli migratori e dei loro habitat.

Di Elena Parodi

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