Giardino Viaggio di Ritorno, il parco tra arte e riciclo

Giardino Viaggio di Ritorno, il parco tra arte e riciclo

Nel cuore della Maremma il bioarchitetto Rodolfo Lacquaniti ha trasformato un vecchio casale in un bioagriturismo ecosostenibile, affiancato da un giardino di arte contemporanea

MILANO - Nel sud della Toscana sorge uno spettacolare parco di sculture contemporanee realizzato con materiale di scarto per invitare i visitatori a riflettere sulle questioni ambientali e sull’importanza della natura per l’uomo. Si chiama “Viaggio di Ritorno” il giardino realizzato dal bioarchitetto Rodolfo Laquaniti dove le opere d’arte si fondono con il paesaggio campestre che le accoglie. Non si tratta soltanto di un parco di arte contemporanea, ma di un itinerario esperienziale in cui il visitatore può far viaggiare la fantasia e tornare bambino, e al tempo stesso riflettere sulle grandi questioni che riguardano il mondo adulto, prendendo così coscienza dell’importanza di un “Viaggio di Ritorno” alla natura.

Bioarchitettura e recycled art

Giardino Viaggio di Ritorno nasce nel 2002 quando Rodolfo Laquaniti, bioarchitetto nato in Calabria e laureatosi a Firenze, lascia la sua città natale per ristrutturare un vecchio casale del primo Novecento, Podere il Leccio, situato presso le campagne del comune di Castiglione della Pescaia, in Maremma. Qui Laquaniti decide di far nascere un giardino di statue raccogliendo i rifiuti sparsi nella zona, applicando i canoni della bioarchitettura e della recycled art che consiste nell’impiego di materiali di scarto, rifiuti, rottami capaci di diventare materia prima per la creazione di installazioni artistiche. In questo modo, al posto di materiali nobili della tradizione italiana, vengono utilizzati scarti industriali come lamiere, bottiglie di vetro, vestiti, tubi per la realizzazione di sculture da posizionare in un preciso punto, consigliato dall’ambiente stesso: alcune in sintonia con certi alberi, altre con la luce e l’aria, diventando perfino casa per gli animali. Il sole è l’elemento naturale protagonista di questo giardino perché il suo percorso nel cielo, da est a ovest, supporta il viaggio di tutte le opere verso la luce.

Le installazioni

Seguendo le regole della bioarchitettura, i rifiuti sono stati trasformati in grandi e piccole installazioni: la monumentale Balena n°4, costruita con alcune reti da pesca, lunga 20 metri e accessibile al suo interno per vivere come Pinocchio nella pancia della balena; la Sfera di luce, alta otto metri e composta da archi provenienti dalle serre, i cui vetri di fonderia degli anni Sessanta si illuminano magicamente al tramonto; l'Arca dei migranti, una barca simbolica come segno di riconoscenza verso tutte quelle persone che, per salvarsi, hanno perso la vita; la Formica, l’opera più recente del parco costituita da tubi di ferro e guaine termiche per comunicare un’idea di pace tra le diverse specie.

Arte sostenibile per ritornare umani

Rodolfo Laquaniti è un’artista che trasforma i rifiuti in arte. Per realizzare il suo giardino, Laquaniti ha lasciato Firenze, diventata la capitale mondiale di un'arte che spesso punta tutto sul lusso. Visitare il giardino del "Viaggio di ritorno" significa comprendere che esiste anche un'altra arte, più a misura d’uomo e sostenibile, capace di fare del bene al Pianeta e indispensabile per ritornare umani.

Di Rossella Digiacomo

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