Mizuko Yuko: il significato dei bambini d’acqua in Giappone

Fa parte della religione buddista il culto dei Mizuko Yuko, le statue che rappresentano i bambini mai nati

MILANO – Chi è stato in Giappone avrà notato all’interno di alcuni templi o nelle case una serie di piccole statuette in fila, personalizzate con un grembiulino ed un copricapo rosso. Essi nella cultura nipponica rappresentano i mizuko yuko, i cosiddetti “bambini d’acqua”. Queste statue simbolicamente rappresentano bimbi mai nati in seguito ad aborti spontanei o volontari.

Mizuko Yuko: il significato religioso dei bambini d’acqua

Praticato in tutti i templi giapponesi, ma anche in forma privata nelle case, questo rituale ha un’origine antichissima: il mizuko yuko, letteralmente “servizio commemorativo per bambini d’acqua”, fa parte della ritualità buddista. Secondo tale religione un bambino che muore prima di nascere non può andare in paradiso perché non ha mai avuto l’opportunità di accumulare un buon karma. Quindi il bambino viene mandato in un luogo chiamato “sai no kawara” sulle rive del fiume Sanzu, dove ha il compito di impilare torri di pietra per espiare il dolore che ha causato ai loro genitori. Sulle rive del cosiddetto “fiume degli inferi” demoni dispettosi impediscono l’attraversamento ai bambini, costringendoli ad errare in eterno senza possibilità di reincarnarsi.

Jizo e il viaggio verso il paradiso

Jizo, il bodhisattva o essere illuminato nella religione buddista, è il guardiano di questi bambini: li sorveglia, li protegge dai demoni e li aiuta a fare il viaggio verso il paradiso. I genitori che hanno perso un figlio a causa di aborto onorano Jizo per assicurarsi che il loro bambino possa poi arrivare in paradiso. Le statue di Jizo si trovano dappertutto, ad esempio nei templi, per strada o nei cimiteri. Presso le statue dei “bambini d’acqua” vengono lasciati giocattoli, caramelle o offerte. Spesso vengono costruite piccole torri di pietra accanto alle statue, nella speranza che diminuiscano le sofferenze che i loro figli devono sopportare mentre aspettano che Jizo li porti in paradiso.

Di Rossella Digiacomo