Finlandia, Svezia e Danimarca sul podio della sostenibilità europea

Secondo il Rapporto sullo Sviluppo Sostenibile in Europa 2021, l’Italia è 23esima nell’elenco dei 34 Paesi europei

MILANO – Finlandia, Svezia e Danimarca sono sul podio della sostenibilità nel Vecchio Continente. L’Italia è solo al 23esimo posto, dopo la Spagna e prima della Croazia. Lo rivela il 3/o Rapporto sullo Sviluppo Sostenibile in Europa 2021 redatto da Sustainable Development Solutions Network (SDSN), organizzazione no-profit creata dall’Onu che mobilita competenze scientifiche e tecniche del mondo accademico, della società civile e del settore privato per sostenere la risoluzione pratica dei problemi per lo sviluppo sostenibile a livello locale, nazionale e globale.

Sviluppo sostenibile e sociale

Il report prende in considerazione l’impegno dei Paesi europei verso i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) indicati come prioritari dall’Onu, e il loro punteggio relativo al “Leave No One Behind Index”, un indice che misura le disuguaglianze rispetto a quattro parametri: povertà, servizi, genere, reddito. In apparenza diversi, i due parametri in realtà sono correlati tra loro: i Paesi che sono in cima all’SDG Index sono anche in cima al Leave No One Behind Index, indicando che lo sviluppo sostenibile e la riduzione delle disuguaglianze sono obiettivi che si rafforzano reciprocamente.

Sostenibilità: il primato della Finlandia

Il report evidenzia come, per la prima volta dall'adozione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile da parte dell'Onu nel 2015 (noti anche come Agenda 2030), il punteggio medio dell'SDG Index dell'Ue sia leggermente diminuito, principalmente a causa dell'impatto negativo del Covid-19 sull'aspettativa di vita, la povertà e la disoccupazione. Non è un caso, infatti, se la Finlandia è in cima all'SDG Index 2021 per i paesi europei (e mondiali): il paese scandinavo è stato meno colpito dalla pandemia di Covid-19 rispetto alla maggior parte degli altri paesi dell'UE.

Verso uno sviluppo sostenibile

Mentre i tre Paesi scandinavi si rivelano essere i più sostenibili, il resto dell'Europa affronta le sue più grandi sfide relative agli SDG nei settori dell’alimentazione e dell'agricoltura sostenibili, del clima e della biodiversità, e nel rafforzare la convergenza degli standard di vita nei suoi Paesi e nelle sue regioni. Proprio su questi fronti, non convince l’analisi dei Piani di ripresa e resilienza di due nazioni come Italia e Spagna, che sono destinatarie di grosse fette dei fondi Ue e che hanno per il 90% obiettivi legati agli SDG nei loro piani: secondo l’organismo delle Nazioni Unite a questi obiettivi vengono dedicate misure di minor impatto rispetto a quanto servirebbe.

Per l’Italia, il dato positivo consiste nel fatto che negli ultimi anni i progressi verso gli Obiettivi di sviluppo sostenibile sono stati pressoché costanti, con qualche punto percentuale in positivo a ogni classifica. Per quanto riguarda i Paesi candidati all'UE (Albania, Repubblica della Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia e Turchia, più la Bosnia-Erzegovina), essi registrano una perfomance ben al di sotto della media dell'UE, nonostante stessero facendo sensibili progressi prima che la pandemia colpisse.

Le emissioni di CO2 all’estero

Sempre secondo i dati del Rapporto sullo Sviluppo Sostenibile in Europa 2021, il consumo di beni e servizi nell'Ue porta a conseguenze ambientali e sociali negative all'estero: mentre le emissioni domestiche di CO2 sono diminuite da molti anni in Europa, le emissioni di CO2 emesse all'estero per soddisfare il consumo dell'Unione (le cosiddette emissioni di CO2 importate) sono aumentate nel 2018 ad un ritmo più rapido del Pil. Attraverso le importazioni, ad esempio di cemento e acciaio, l'Europa genera emissioni di CO2 in altre parti del mondo, tra cui Africa, Asia-Pacifico e America Latina. Secondo il rapporto, "la proposta di un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM), di altri meccanismi di adeguamento e di 'clausole specchio', e il nuovo regolamento sulla Due Diligence possono aiutare ad affrontare e a monitorare le rilocalizzazioni delle emissioni di carbonio e gli altri impatti negativi".

Di Salvatore Galeone