Idrogel: una nuova alternativa green per superare la siccità

Idrogel: una nuova alternativa green per superare la siccità

Il dispositivo che crea acqua dalla luce solare rappresenta un passo avanti per contrastare la siccità

MILANO – Per sopperire alla mancanza d’acqua si è sviluppato una nuova tecnica che può trasformare l’aria calda in acqua potabile. Alcuni ricercatori dell’Università del Texas ad Austin, infatti, hanno creato un idrogel ingegnerizzato a livello molecolare che permette di creare acqua potabile usando soltanto l’energia della luce del sole. Per questi studi è stato sfruttato il clima torrido del Texas e, grazie all’energia prodotta dalla luce solare, si è potuta sviluppare questa nuova tecnologia innovativa.

L’idea, in realtà, non è del tutto nuova: esistono già alcuni dispositivi di uso comune che sono in grado di compiere questo processo, ma sfruttano principi differenti (come, ad esempio, quello della condensazione) e hanno bisogno di un quantitativo di energia molto alto, che non sempre è possibile utilizzare in Paesi con un reddito basso o medio. Lo studio è stato portato avanti proprio pensando a questi luoghi, per cercare di andare incontro alle mancanze di disponibilità e di acqua.

Le funzionalità dell’idrogel

La ricerca ha portato alla creazione di un dispositivo in grado di produrre tra i 3,5 e i 7 chilogrammi di acqua per chilogrammo di gel, utilizzando pochissima energia. La quantità varia a seconda di diversi elementi, tra cui le condizioni di umidità della località. Il processo si basa sulla trasformazione dell’idrogel in particelle di dimensioni micro: questi nuovi sorbenti sono altamente efficienti, e riescono ad ottimizzare la capacità di assorbimento e a migliorare significativamente la produzione di acqua anche per più cicli giornalieri. L’adattabilità dell’idrogel in microparticelle - che vengono chiamate “microgel” - è la chiave che ha permesso di velocizzare maggiormente l’intero processo di cattura e di rilascio dell’acqua.

Lo scopo della ricerca è il miglioramento di questa tecnologia con la speranza un giorno di renderla un prodotto commerciale. Gli scienziati, infatti, vogliono trasformare il loro lavoro in soluzioni tangibili, per fare in modo che l’idrogel creato possa essere utilizzato in tutto il mondo come metodo veloce, portatile e a basso costo per creare acqua potabile. Questa scienza innovativa potrebbe sicuramente apportare un cambiamento significativo per i Paesi in cui la siccità o il difficile accesso a fonti idriche sono problemi quotidiani, come ad esempio l’Etiopia, dove quasi il 60% della popolazione non ha possibilità di avere acqua potabile. L’obiettivo finale del progetto è dunque quello di rendere l’idrogel un prodotto disponibile in tutto il mondo e per tutti, in particolare nelle zone aride o con gravi problemi di siccità.

La soluzione contro la mancanza di acqua

Il dispositivo innovativo ha dato il via anche ad altre sperimentazioni, in particolare il team di ricercatori sta lavorando versioni diverse del dispositivo, alcune di esse realizzate con materiali organici. Queste alternative ridurrebbero i costi per la produzione di massa, rendendo in questo modo il prodotto maggiormente accessibile in tutti i mercati. Tuttavia, questo processo per rendere la tecnologia più adeguata alla vendita sul mercato non è semplice, e comporta delle difficoltà e numerose sfide, come la produzione su scala ridotta del sorbente che consente l’assorbimento dell’umidità e il mantenimento della durata del prodotto.

La ricerca, che sta cercando di rendere i dispositivi portatili per vari scenari applicativi, è sostenuta da numerose fondazioni e riconoscimenti scientifici, tra cui il Norman Hackerman Award in Chemical Research della Welch Foundation e il Camille Dreyfus Teacher-Scholar Award della The Camille and Henry Dreyfus Foundation, due importanti enti che si impegnano a supportare questo progetto che potrebbe essere una svolta importante nel campo della sostenibilità. Infatti, la nascita di dispositivi di questo tipo ci permette ogni giorno di avanzare nel campo tecnologico e di avvicinarci alla soluzione della scarsità d’acqua.

Di Sara Aimone

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