Riciclo imballaggi, un'industria da 10 miliardi di euro

Agli stati generali della green economy a Rimini si è parlato di buone pratiche. L'industria del riciclo imballaggi fatturerebbe 10 miliardi di euro l'anno

RIMINI – Gli imballaggi nel giro dell’economia circolare alla luce delle nuove direttive europee, tra prospettive e nuove opportunità aperte. Di questo e altro si è parlato nel corso della 5° edizione degli Stati Generali della Green Economy svoltisi nei giorni scorsi a Rimini nell’ambito di Ecomondo, all’interno del workshop “Il pacchetto di direttive sull’economia circolare: prospettive e opportunità”.

Riciclo imballaggi, il bilancio 2015

Nel 2015 si è ulteriormente consolidata la quota di rifiuti di imballaggio – in acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro – recuperata a livello nazionale, per un totale di 9,6 milioni di tonnellate. In termini di riciclo, la filiera degli imballaggi, grazie all’operato di Conai e dei riciclatori indipendenti, ha gestito una quota di rifiuti di imballaggio pari al 66,9% sul totale dell’immesso al consumo, equivalente a 8,2 milioni di tonnellate: un risultato che va ben oltre i target di legge e che mostra una progressiva crescita negli anni.

Nel 2015 il riciclo degli imballaggi ha permesso la generazione di materie prime seconde equivalenti a 3 miliardi di bottiglie in vetro da 0,75 litri, di 329 milioni di risme di carta in formato A4, di 32 milioni di pallet in legno, di 9 miliardi di flaconi di detersivo in PET, di 1 miliardo di lattine da 33cl in alluminio, e di 725 Frecciarossa (ETR 1000) per l’acciaio. Rilevante è poi il contributo nel contenimento dei gas serra causa dei cambiamenti climatici se pensiamo che nel solo 2015 è stata evitata l’emissione di oltre 3,3 milioni di tonnellate equivalenti di CO2, pari a  quanto prodotto in un anno da quasi 500mila autovetture con una percorrenza media di 30.000 chilometri.

Business e occupazione nell’industria del riciclo

L’industria del riciclo conta 18mila addetti impiegati nella sola gestione dei rifiuti di imballaggio, che salgono a 37mila se si comprende anche l’industria del riciclo. Aziende che hanno generato un fatturato di 9,5 miliardi di euro ed un indotto economico di ulteriori 6,3 miliardi, frutto della maggiore occupazione (attività di raccolta differenziata, avvio del Sistema, logistica, attività di selezione e riciclo degli imballaggi).

La volontà delle aziende

Quanto sia importante l’economia circolare in Italia lo dimostra anche una ricerca commissionata da CONAI a IEFE-Università Bocconi e all’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, per indagare l’attuale livello di diffusione dei principi di circolarità nella filiera degli imballaggi e lo sviluppo di iniziative in questo senso. Le primissime evidenze della ricerca, ad oggi ancora in corso, mostrano come le aziende siano disposte a investire in economia circolare nonostante i costi più elevati delle materie prime seconde rispetto alla materia prima vergine, e come l’orientamento green e l’orientamento al business non siano affatto in contraddizione tra loro, ma al contrario vi siano elementi sinergici (efficientamento e riduzione dei costi operativi). Quasi la metà delle aziende utilizza infatti imballaggi composti integralmente da materiale riciclato, a seguito anche dello sviluppo di politiche di green procurement avviate dai produttori di beni di consumo. I principali motivi della virata green delle imprese sono il riconoscimento dei vantaggi dell’adozione di misure di economia circolare per l’immagine aziendale e, di conseguenza, per le vendite. Perciò le aziende invitano i propri fornitori – e in particolare la filiera degli imballaggi – a fare sempre di più e sempre meglio su questo fronte.

di Salvatore Galeone

21 novembre 2016