Water of Africa, la campagna contro l’acqua contaminata e la malnutrizione

Water of Africa, la campagna contro l’acqua contaminata e la malnutrizione

Personaggi dello spettacolo e influencer scendono in campo in favore di quelle zone dell’Africa dove c’è carenza di acqua potabile

MILANO - Riaccendere i fari dell’opinione pubblica sul nesso tra consumo di acqua contaminata e malnutrizione infantile nel continente africano e, in particolare, nell’Africa subsahariana. È questo l’obiettivo di “Water of Africa”, la campagna lanciata da Azione contro la Fame, organizzazione umanitaria internazionale, specializzata nella lotta contro le cause e gli effetti della fame e della malnutrizione infantile, che sta coinvolgendo diversi esponenti del mondo dello spettacolo, dello sport e del digital.

Sensibilizzare l’opinione pubblica

VIP e influencer hanno deciso di dire “no” all’acqua contaminata e non potabile bevuta, in Africa, da 319 milioni di persone. Tutti loro, aderendo alla campagna “Water of Africa”, hanno denunciato il nesso tra il consumo di acqua sporca e la malnutrizione esibendo una simbolica bottiglia d’acqua la cui etichetta, anziché elencare le proprietà benefiche delle acque minerali, annuncia quanto di più dannoso viene immesso nell’organismo attraverso il consumo di acqua contaminata in Africa, che può contenere batteri, parassiti e virus. Water of Africa infatti rappresenta l’acqua che milioni di persone, in Africa ma anche in altre aree del pianeta, raccolgono un po’ dovunque pur di dissetarsi. Il suo colore è giallo paglierino, talvolta marrone o rossastro.

I testimonial

Diversi i vip e gli influencer che stanno partecipando all’iniziativa: tra essi troviamo attori (Francesco Arca, Camilla Filippi) conduttori tv e comici (Fabio Canino, Nina Palmieri, i PanPers), influencer (Johanna Maggy, Mysia, Valentina Scarnecchia, Francesco Cristiano), cantanti (Syria), atleti ed ex calciatori (Kiara Fontanesi, Anbeta Toromani, Massimo Ambrosini, Daniele Adani) e chef stellati (Carlo Cracco, Claudio Sadler, Cristina Bowerman). Ha inoltre partecipato alla campagna l’avvocato di origine nigeriane e attivista, Hilarry Sedu, e il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, che ha dichiarato così il suo sostegno alla campagna: “Nessuno di noi berrebbe quest’acqua, nessuno di noi darebbe ai nostri figli questa bottiglietta. Eppure, in Africa, milioni di persone e di bambini sono costretti a farlo. L’acqua in alcune parti del mondo continua ad essere ancora il bene più prezioso”.

La situazione in Africa

In Africa l’acqua contaminata rischia di essere bevuta quotidianamente da 319 milioni di persone. Il perché della vastità del fenomeno è presto detto: le famiglie, nell’area subsahariana, non hanno accesso all’acqua nelle proprie case e non dispongono di un pozzo vicino al luogo in cui vivono. Si dissetano, spesso, attraverso fonti d’acqua non trattata e, di conseguenza, finiscono per mettere a dura prova organismi già indeboliti dall’assenza di cibo e nutrienti essenziali alla salute. Le persone esposte all’acqua contaminata possono ammalarsi rapidamente di malnutrizione legata all’insorgenza ripetuta di diarrea e infezioni intestinali. Decine di migliaia di persone muoiono ogni anno a causa di malattie legate all’acqua o altri problemi igienico-sanitari e di questi, fino al 90% sono bambini di età inferiore ai cinque anni. Circa 180.000 bambini sotto i 5 anni muoiono ogni anno – circa 500 al giorno – nell’Africa subsahariana a causa di malattie diarroiche legate a inadeguatezze idriche e igieniche.

Di Rossella Digiacomo

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