Anche il Nordest entra nel Nuovo Catasto dei Ghiacciai

Da oggi anche le aree del Veneto e del Friuli Venezia Giulia saranno inserite nel catasto dei ghiacciai italiani, progetto di ricerca realizzato dall'Università degli Studi di Milano insieme a Levissima...

Il progetto di ricerca dell’Università degli Studi di Milano e Levissima amplia la sua area ai territori del Veneto e del Friuli Venezia Giulia

MILANO –  Si aggiungono due importanti tasselli al nuovo catasto dei ghiacciai italiani: il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia. Il progetto di ricerca intrapreso dall’Università degli Studi di Milano insieme a Levissima, l’acqua minerale sinonimo di purezza che nasce dai ghiacciai della Valtellina, ha reso noti i risultati sull’evoluzione dei ghiacciai del nord est Italia, avvenuta negli ultimi 50 anni. Questi dati vanno ad aggiungersi a quelli di Lombardia, Piemonte e Abruzzo e rappresentano un ulteriore passo avanti nella realizzazione del nuovo catasto nazionale dei ghiacciai, che va ad aggiornare il precedente, realizzato dal Comitato Glaciologico Italiano nel 1959-1962. 

L’IMPEGNO DI SANPELLEGRINO-“Il nuovo catasto dei ghiacciai italiani, che Levissima porta avanti con impegno insieme all’Università degli Studi di Milano, è importante non solo a livello italiano, ma anche internazionale - afferma Daniela Murelli, Direttore Corporate Social Responsibility del Gruppo Sanpellegrino- Infatti, i primi risultati del progetto sono stati presentati alla comunità scientifica mondiale a Vienna, durante il Meeting 2013 della European Geophysical Union. Occasione in cui il nuovo catasto ha ricevuto il patrocinio del World Glacier Monitoring Service, la struttura internazionale con sede a Zurigo che cura la raccolta e la divulgazione dei dati glaciologici a livello mondiale”.

I GHIACCIAI DEL NORDEST- Nonostante la superficie complessiva dei ghiacciai del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia copra una percentuale molto ridotta, rappresentano interessanti elementi di studio. “Anche questi piccoli ghiacciai stanno risentendo dei cambiamenti climatici in atto, riducendo spessore e superficie, in linea con la tendenza al regresso riscontrata nelle altre regioni d’Italia - spiega Claudio Smiraglia, professore ed esperto glaciologo dell’Università degli Studi di Milano, a capo del progetto di ricerca - Nel corso degli anni, si sono però ricoperti di detrito, derivante dai crolli delle pareti circostanti, che li ha protetti conservandoli più a lungo. Infatti, quando il detrito supera lo spessore di qualche centimetro, riduce la quantità di calore che può raggiungere il ghiaccio sepolto e limita in modo sensibile la sua fusione. Seppur di difficile individuazione, sono oggi molto numerose le placche di ghiaccio interamente ricoperte da detrito”.

aggiornato il 24 febbraio 2014