Giornata Mondiale del Suolo: perché il 5 dicembre ci ricorda ciò che non vediamo

Giornata Mondiale del Suolo: perché il 5 dicembre ci ricorda ciò che non vediamo

Un viaggio alla scoperta del suolo: ecosistema vivente, risorsa fragile e alleato silenzioso della nostra sopravvivenza.

MILANO - Ogni 5 dicembre si celebra la Giornata Mondiale del Suolo, istituita dalla FAO per ricordarci qualcosa che abbiamo ogni giorno sotto i piedi ma a cui raramente pensiamo: il suolo è un organismo vivo, complesso, fragile. In un cucchiaino di terra possono vivere più microrganismi che esseri umani sulla Terra, eppure questa risorsa essenziale è spesso dimenticata nelle conversazioni su clima, sostenibilità e alimentazione. Senza suolo non ci sarebbe cibo, acqua potabile, biodiversità, né un equilibrio climatico stabile. Il 5 dicembre non è una data simbolica, ma un invito a guardare il pianeta dal basso: dalla sua pelle più sottile e vitale.

Cos’è la Giornata Mondiale del Suolo e perché si celebra

La Giornata Mondiale del Suolo è stata ufficialmente riconosciuta dall’ONU nel 2014 su proposta della Thailandia e della FAO, che da anni promuove iniziative internazionali per fermare il degrado del terreno. L’obiettivo è chiaro: proteggere il suolo, risorsa non rinnovabile su scala umana, sapendo che servono centinaia di anni per formare pochi centimetri di terra fertile. 

Perché il suolo è una risorsa strategica

  • Produce il 95% del cibo che consumiamo: la terra coltivabile è limitata. Secondo la FAO, il 33% dei suoli è già degradato. Con una popolazione in crescita, è un campanello d’allarme serio.
  • Regola il clima: il suolo è uno dei più grandi serbatoi naturali di carbonio: più delle foreste e dell’atmosfera messe insieme. Un terreno sano sequestra CO₂, mentre uno degradato la rilascia.
  • Filtra e trattiene l’acqua: le strutture del suolo funzionano come una spugna: trattengono l'acqua piovana, riducono il rischio di alluvioni, ricaricano le falde.
  • Conserva biodiversità invisibile: il suolo è uno degli ecosistemi più ricchi del pianeta: funghi, batteri, insetti, radici, micorrize. È un mondo nascosto, fondamentale per la vita in superficie.

Minacce alla salute del suolo

  • Erosione: in Europa si perdono ogni anno milioni di tonnellate di suolo fertile, portate via dal vento e dalla pioggia a causa di arature eccessive e monocolture.
  • Inquinamento chimico: metalli pesanti, pesticidi, microplastiche. Il suolo trattiene, ma quando è saturo, diventa vettore di contaminazione per acqua e alimenti.
  • Urbanizzazione: il consumo di suolo è una delle emergenze italiane: ogni secondo si perdono 2 metri quadrati di territorio, secondo ISPRA.
  • Cambiamento climatico: eventi estremi, siccità, perdita di sostanza organica modificano profondamente la struttura dei terreni.

Come si protegge il suolo nel mondo (e in Italia)

  • Agricoltura rigenerativa: tecniche come cover crops, rotazioni, riduzione della lavorazione e compostaggi mirano a “guarire” il suolo. Alcune aziende italiane stanno sperimentando metodi ispirati alla permacultura e al modello “carbon farming”.
  • Foreste alimentari urbane: molte città stanno creando spazi verdi commestibili che ripristinano la biodiversità del suolo. In Italia esempi virtuosi si trovano a Milano, Torino, Bologna.
  • Progetti FAO di “Soil Doctors: programmi di formazione per agricoltori che diventano sentinelle del territorio, insegnando pratiche di conservazione. In alcuni Paesi è già una realtà consolidata.
  • Arte e divulgazione: mostre e installazioni nei musei di scienza naturalistica e nei festival ambientali aiutano a raccontare il suolo come elemento culturale, non solo agricolo.

Il valore della Terra

Celebrare la Giornata Mondiale del Suolo significa riconoscere che la terra non è solo un supporto, ma un organismo vivente che sostiene il nostro futuro. Proteggerla vuol dire proteggere clima, acqua, alimentazione, biodiversità e paesaggi. Il 5 dicembre, dunque, è un promemoria globale della nostra responsabilità verso il pianeta, a partire da ciò che di più umile e prezioso abbiamo sotto i piedi.

 

Fonti:

 

Di Fabiola Ceglie

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