La disidratazione compromette le nostre capacità decisionali

Uno studio del Georgia Institute of Technology dimostra che la disidratazione può portare a problemi di attenzione compromettendo le capacità decisionali

MILANO – Spesso capita di dire, o di sentir dire, quando non si è abbastanza lucidi o si ricordano in maniera approssimativa alcune cose, che “è stata una lunga giornata” o “scusa sto facendo più cose insieme!”. In realtà, alla base di questo calo fisiologico dell’attenzione, lo zampino non sarebbe solo della stanchezza a fine a giornata o dell’essere multitasking. Semplicemente, se siamo confusi, è perché abbiamo il nostro cervello ha bisogno di più acqua! Infatti, come riporta la Reuters, alcuni ricercatori del Georgia Institute of Technology hanno provato il nesso fra la disidratazione e la capacità di pensare in modo chiaro.

Lo studio

I ricercatori hanno scoperto che una perdita di liquidi pari al 2% del peso corporeo può portare a problemi di attenzione e compromissione del processo decisionale. In particolare, nel campione in questione costituito da atleti, la disidratazione ha portato non solo a una diminuzione di performance fisiche e coordinamento motorio, ma anche a un calo della cosiddetta funzione esecutiva, che include parametri quali ragionamento grammaticale, calcoli mentali e correzioni di testi scritti.

Fisico e psiche

“Abbiamo sempre verificato che la performance fisica soffre se la perdita di liquidi raggiunge la soglia del 2% del peso corporeo. Allora ci siamo detti: cosa succede al cervello nella stessa condizione? – ha spiegato Mindy Millard-Stafford direttore del laboratorio di fisiologia presso il Georgia Institute of Technology – Proprio come le cellule muscolari anche quelle neuronali hanno bisogno d’acqua. Mentre gli effetti non sono enormi al 2%, aumentano con l’aumentare della disidratazione”.

di Salvatore Galeone

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