OCA Oasy Contemporary Art, quando arte e natura si incontrano

OCA Oasy Contemporary Art, quando arte e natura si incontrano

Lo spazio, a cui si accederà solo a piedi, aprirà al pubblico il 5 agosto e porrà al centro il tema della convivenza tra l’uomo e la natura

MILANO - Sull’Appennino Pistoiese, all’interno della splendida Oasi Dynamo, nasce OCA Oasy Contemporary Art, un luogo che racchiude appieno, nel nome che porta, entrambe le sue anime: quella di oasi naturalistica e quella di spazio per l’arte contemporanea. Ma OCA, il nuovo progetto di Oasi Dynamo, con la direzione artistica di Emanuele Montibeller, non è uno spazio come gli altri. Ci si arriva percorrendo un sentiero nel bosco, dopo aver parcheggiato la macchina in località Piteglio ed aver camminato per circa 45 minuti. L’esperienza, ovviamente, comincia con il cammino, non con l’arrivo a destinazione.

Vivere la natura proteggendola

Ad OCA l’arte si integra con la natura, con il luogo che la ospita, ed attende il visitatore alla fine del suo viaggio, per proporgli un mondo nuovo, da scoprire e creare insieme. Quest’anno, ad inaugurare il posto sono stati invitati l’artista David Svensson e il fotografo Massimo Vitali, con due progetti pensati apposta per OCA e per l’idea che il luogo vuole portare con sé. Idea secondo cui proteggere la natura non significa proibirne la fruizione, ma viverla secondo la cultura del rispetto e della conoscenza.

La mostra di Massimo Vitali e l’installazione di David Svensson si inaugurano il 5 agosto 2023 e resteranno visitabili sino al 5 novembre 2023.

La grande Oasi

Percorso il sentiero nel bosco, dopo aver camminato all’ombra dei castagni per circa 45 minuti, OCA ti accoglie su un pianoro soleggiato, da cui si gode una vista splendida su tutte le montagne circostanti. Qui, in quella che sino a poco tempo fa era un’immensa stalla per le mucche, è stato allestito lo spazio espositivo, che si inaugura con la mostra di Massimo Vitali, a cura di Giovanna Calvenzi, “La Grande Oasi. The way we live, now”

Il progetto realizzato per Oasy Contemporary Art ha come protagonisti gli uomini ed il territorio, in un dialogo nel quale la presenza umana è misura stessa del paesaggio. Per questo nuovo lavoro, Vitali ha rinunciato alla sua tecnica d’elezione, ossia alle riprese dall’alto di un cavalletto di cinque metri, per rispettare invece un’“equa distanza” che gli permette di testimoniare il dialogo tra l’uomo e la natura. Le riprese dall’alto di quello che a suo tempo aveva definito “il punto di vista del principe”, le ritroviamo invece in mostra, in una selezione di opere realizzate sulle spiagge europee a partire dal 1995.

Home of the world

Oltre lo spazio-museo, in un percorso che segue la curva della collina, sventola contro il cielo “Home of the World”, l’opera dell’artista svedese David Svensson realizzata da centinaia di bandiere. Simbolo per eccellenza delle identità nazionali, le bandiere sono l’espressione grafica, o meglio iconografica, di un sentire popolare, di una storia, di tradizioni e di cultura.

Il percorso realizzato da Svensson per OCA, lungo alcune centinaia di metri, è caratterizzato da un grande collage con tutte le bandiere del mondo, che sono state però de-costruite e ricomposte in modo totalmente inedito. L’effetto è straniante: ogni singola bandiera perde il proprio carattere distintivo e viene in qualche modo contaminata dall’accostamento di forme e di colori con le altre. Uno dei propositi dell’opera è proprio quello di mettere in discussione ogni distinzione in chiave nazionale che le bandiere normalmente portano con sè. La natura non ha confini, le linee che delimitano le nostre mappe sono pure convenzioni, per giunta molto instabili nel tempo.

Oasi Dynamo

Oasi Dynamo, che si estende per circa mille ettari, arrivando sino a 1100 metri di altitudine, era un tempo la riserva di caccia della famiglia Orlando, che sulla montagna pistoiese, nel 1911, aveva fondato lo stabilimento della SMI, la Società Metallurgica Italiana. Recuperata nel 2006, la riserva è oggi un territorio prevalentemente boschivo, dove vivono specie di piante rare ed una grande varietà di animali selvatici. In parte dedicata alle tradizionali attività dell’agricoltura e dell’allevamento, l’oasi si è aperta negli anni anche all’ospitalità, all’eco turismo, alla divulgazione di una cultura sostenibile dell’ambiente. Ed oggi, con OCA Oasy Contemporary Art, arriva in alta quota anche l’arte, sempre nel rispetto più totale del luogo.

In armonia con il territorio della riserva, infatti, Emanuele Montibeller propone un percorso esperienziale nella natura, che arricchirà la fruizione del paesaggio grazie a mostre e ad installazioni ambientali, che dialogheranno con la natura stessa.

Di Salvatore Galeone

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