Il famoso giornalista americano Charles Fishman ci illustra il suo libro e ci spiega la necessità del ‘pensare d’acqua’
MIAMI - Un incontro casuale, quasi fortuito, in un albergo di Miami, in Florida. Nasce così la voglia di saperne di più sull’acqua di Charles Fishman, giornalista di successo americano e ora anche scrittore. Nel suo ultimo libro, “The Big Thirst/La Grande Sete”, Fishman spiega come un bene così importante quale l’acqua ha un valore diverso di latitudine in latitudine. A esserne più consapevoli sono le centinaia di milioni di persone che vivono con 3 dollari al giorno e che spesso devono lavorare sodo o camminare ore e ore per prendere l’acqua. Oggi, secondo Fishman, non si dovrebbe parlare di crisi mondiale dell’acqua ma solo di problemi locali: sta nella gestione corretta delle fonti, nella tutela dei territori e nell’azione di ogni singolo individuo la via per tutelare la risorsa e renderla disponibile per il futuro.
ACQUA PRIMO AMORE - Cosa ha ispirato “La Grande Sete”? “Mi sono interessato all’acqua in un modo semplice – racconta Charles Fishman – Mi trovavo in un hotel a Miami e ogni camera aveva la sua bottiglia di Acqua Fiji, di cui non avevo mai sentito parlare. E’ stato lì ho deciso di studiare da dove proveniva quest’acqua e ho notato che il 53% della popolazione delle Fiji non ha accesso all’acqua pulita mentre quiin America quest’acqua si trova in ogni negozio. Il primo interesse, quindi è stato sul commercio dell’acqua in bottiglia, e in questo senso mi è stato d’aiuto anche un viaggio che ho fatto in Italia, a San Pellegrino Terme, che ho incluso nella mia ricerca sul commercio dell’acqua in bottiglia.”
L’ESPERIENZA DI SAN PELLEGRINO TERME - Charles Fishman racconta con entusiasmo il suo ricordo dell’Italia. “Quando guardo l’etichetta dell’acqua S. Pellegrino sorrido nel rivedere il grande edificio storico dove sono stato. San Pellegrino Terme incarna, almeno per me, le qualità che amo dell’Italia: la capacità di conservare le vecchie usanze, le tradizioni antiche ma al tempo stesso anche la capacità di essere moderni e all’avanguardia. Amo molto la storia e apprezzo il fatto che S.Pellegrino conservi gelosamente sulla sua etichetta le sue radici”.
NESSUNA CRISI IDRICA GLOBALE - Dopo tre anni passati in giro per il mondo, Fishman ha tratto le sue conclusioni finale nel libro. “Sono giunto a quattro punti cruciali nel corso delle mie ricerche – afferma Fishman – Innanzitutto non vi è nessuna crisi idrica globale: i problemi idrici sono locali e regionali e non mondiali perché accadono in un determinato luogo ed è lì che bisogna trovare le soluzioni. Questa è una buona notizia perché così non abbiamo bisogno di aspettare qualcun altro che ci risolva i problemi. In secondo luogo l’innovazione: dalle aziende australiane ai quartieri poveri dell’India, ho assistito a un’ondata di innovazione nel mondo dell’acqua che hanno permesso di trovare una gestione più intelligente dell’acqua. Il modo migliore è ‘pensare diversamente per l’acqua’. Manca poi il modo di ‘parlare di acqua’: la maggior parte dei luoghi che hanno problemi di acqua non hanno problemi con l’acqua. Questo significa che ciò che mancano sono una politica e un’economia “dell’acqua”. Infine ho capito che noi siamo affezionati all’acqua, perché fornisce sollievo, gioia e sostegno: tutti noi l’apprezziamo e partire da qui sarebbe già una buona cosa”.
“WATER ILLITERACY” - Non si può risolvere un problema se non ci si rende conto che esiste. E’ proprio l’ignoranza riguardo l’acqua ad aver spinto Charles Fishman a scrivere “La Grande Sete”. “Sulla consapevolezza o meno dell’importanza della risorsa acqua dobbiamo fare una distinzione – spiega Fishman – Le persone che vivono nelle economie ricche, avendola a disposizione, sono del tutto ignoranti sul valore dell’acqua. Le centinaia di milioni di persone che vivono con 3 dollari al giorno, o peggio con 1 dollaro al giorno, hanno una comprensione molto più viva dell’importanza di questa risorsa. I più poveri del mondo fanno a volte anche chilometri per raggiungere acqua pulita. Loro sanno una cosa che tutto il mondo sviluppato ignora: l’acqua pulita è il fondamento della capacità di guadagnare denaro, vivere in salute ed è alla base dell’economia.”
L’ESEMPIO ITALIANO - “Nella grande e creativa economia italiana – afferma Fishman – l’acqua minerale sta diventando sempre più un simbolo. L’Italia è per gli americani qualità, capacità di proteggere il proprio patrimonio e di valorizzarlo. Basta pensare agli affreschi e ai dipinti rinascimentali che, dopo secoli, sono ancora lì e attraggono turisti da tutto il mondo o ai territori da cui l’acqua minerale proviene. Proprio per questo l’Italia è in grado di dire al mondo come è possibile preservare la qualità, l’esperienza e, nel caso dell’acqua minerale, tenere alti i livelli della gestione ambientale e della sostenibilità”.
aggioranto il 22 aprile 2013