Per l’accesso universale all’acqua servono 14 miliardi di dollari

Secondo le stime della Banca Mondiale l’accesso universale all’acqua costerebbe 14 miliardi di dollari ma produrrebbe benefici per 52 miliardi

MILANO –  Benefici economici ma anche per la salute per circa 750 milioni di persone se si investissero risorse adeguate per garantire acqua nei paesi più poveri.

Uno studio della Banca mondiale riportato da Reuters spiega quanto la fornitura di servizi idrici sarebbe un programma utile al miglioramento della condizione umana ancor prima del ritorno economico.

Accesso universale all’acqua

L'accesso universale all'acqua costerebbe 14 miliardi dollari l'anno fino al 2030 e produrrà benefici di 52 miliardi dollari, o circa 4 dollari per ogni dollaro speso, secondo i risultati preliminari di questa ricerca.

Acqua e servizi igienici sono stati a lungo le priorità delle Nazioni Unite. Negli ultimi 25 anni più di due miliardi di persone, su una popolazione mondiale oggi di circa 7,3 miliardi, hanno avuto accesso ad un’acqua di qualità migliore e quasi due miliardi di servizi igienico-sanitari.

L’importanza dell’acqua

Le Nazioni Unite hanno definito i servizi igienici adeguati e l’acqua come diritti umani fondamentali. I risultati di questa ricerca fanno parte anche di uno studio del Copenhagen Consensus Center che sta esaminando i costi ma soprattutto i benefici del garantire acqua potabile nei Paesi più poveri.

A tal proposito ha spiegato Biorn Lomborg, responsabile del Centro, che “abbiamo salvato la vita a molte persone nonostante i tassi di rendimento di questi investimenti non siano particolarmente elevati”.

Le stime parlano di 170mila decessi in meno grazie allo sviluppo dei servizi idrici e 80mila morti in meno per l’adeguamento dei servizi igienico-sanitari.

di Alessandro Conte

13 aprile 2018

credits: fotolia