E40 Waterway, l’autostrada d’acqua fra Polonia e Ucraina

L’ambizioso progetto di creare un’autostrada d’acqua è sostenuto dai Paesi dell’Europa dell’est ma visto di cattivo occhio da ambientalisti e attivisti

MILANO - Un’autostrada d’acqua, una rotta di navigazione interna di 2.000 chilometri capace di collegare il Baltico con il Mar Nero e attraversare Polonia, la Bielorussia e l'Ucraina. E’ questa la E40 Waterway, un progetto imponente e ambizioso, capace di collegare luoghi ricchi di fascino, storia, contraddizioni, natura. Il progetto, ancora in fase di valutazione, divide l’opinione pubblica dei Paesi coinvolti e gli ambientalisti.

L’autostrada d’acqua che attraversa la Polonia e l’Ucraina

La E40 dovrebbe collegare il Mar Baltico al Mar Nero sfruttando il corso della Vistola, il fiume più lungo della Polonia, fino a Varsavia, poi quello del Bug fino a Brest, in Bielorussia. Si procederebbe nella realizzazione scavando un canale fino a Pinsk, sempre in Bielorussia, immettendosi nel Pryp’jat, in Ucraina, lambendo anche la zona di alienazione di Chernobyl, per poi scendere lungo il Dnepr, il quarto fiume più lungo d’Europa, fino all’estuario meridionale. Questa via fluviale ha in realtà una lunga tradizione storica: gli antichi greci la utilizzarono per il commercio, credendo fosse un mare a causa della grande quantità di acqua, mentre i Vichinghi la solcarono per lanciarsi alla conquista di Costantinopoli e dell’impero bizantino.

Creare un’autostrada di acqua: favorevoli e contrari

Il progetto ha preso forma a fine Anni 90, finendo però poi in secondo piano per poi tornare in auge nel 2013 grazie all’interesse della Bielorussia. Nel frattempo, L’Ucraina ha spostato i fondi destinati alla costruzione di nuove autostrade su quella del canale e la Polonia avrebbe contattato banche tedesche e cinesi per cercare i 20 miliardi di euro necessari per i lavori tra Vistola e Bug. Se dai Paesi dell’est il progetto è visto con entusiasmo, c’è una frangia di ambientalisti che si oppone alla E40 Waterway. I fondatori di Save Polesia, la grande foresta che attraversa Bielorussia, Russia, Polonia e Ucraina, temono che l’autostrada d’acqua devasti irreversibilmente la natura, impattando anche sull’economia delle popolazioni locali e sulle emissioni inquinanti. La costruzione di canali e dighe favorirebbero la navigazione di imbarcazioni lunghe fino a 80 metri e cargo in grado di trasportare merci per 8 milioni di tonnellate all’anno, modificando il corso e la portata dei fiumi coinvolti con conseguenze sull’agricoltura e sull’ambiente.

Di Rossella Digiacomo