Entro il 2030 l’approvvigionamento idrico del pianeta in deficit

Entro il 2030 l’approvvigionamento idrico del pianeta in deficit

Presentato a Nuova Delhi, “L’acqua per un mondo sostenibile”, il Rapporto mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche

Lo spiega il Rapporto mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche 

NEW DELHI – Da qui al 2030 il pianeta dovrà far fronte a un deficit di approvvigionamento idrico del 40%. La notizia arriva all’indomani della Giornata mondiale dell’acqua nelle pagine di un rapporto mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche dal titolo “L’acqua per un mondo sostenibile”. Lo studio sottolinea l’urgente necessità di modificare il modo in cui questa risorsa vitale viene gestita e utilizzata, proprio nel momento in cui le Nazioni Unite si preparano ad adottare nuovi Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (SDG).

L’IMPORTANZA DELL’ACQUA - “Le risorse idriche costituiscono un elemento chiave delle politiche per la lotta contro la povertà, ma a volte sono esse stesse minacciate dallo sviluppo – ha spiegato Irina Bokova, Direttore Generale dell’UNESCO – L’acqua influenza direttamente il nostro futuro ed è per questo che dobbiamo modificare il modo in cui la valutiamo, gestiamo e utilizziamo a fronte di una domanda costantemente crescente e del sovra sfruttamento delle acque sotterranee. È questo l’appello contenuto nell’ultima edizione del Rapporto mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche”.

LA DOMANDA CRESCENTE - Da qui al 2050 l’agricoltura, settore con i più elevati consumi di acqua, dovrà produrre a livello globale il 60% in più di alimenti – il 100% in più nei paesi in via di sviluppo. La domanda di prodotti industriali è anch’essa in aumento, ciò che a sua volta comporta un’ulteriore pressione sulle risorse idriche. Secondo le previsioni, tra il 2000 e il 2050 la domanda di acqua da parte dell’industria aumenterà del 400%. Tuttavia, al di là dell’impennata della domanda di acqua, con un incremento previsto pari al 55% entro il 2050, e malgrado il sovra sfruttamento che riguarda il 20% delle fonti globali di acque sotterranee, il cuore del problema sta nelle modalità non sostenibili di gestione della risorsa. L’irrigazione delle colture intensive, il rilascio incontrollato di pesticidi e sostanze chimiche nei corsi d’acqua e il mancato trattamento delle acque reflue – un problema che riguarda il 90% delle acque reflue dei paesi in via di sviluppo - sono tutte concause della situazione attuale.

aggiornato il 31 marzo 2015