Otto grandi aziende si uniscono per lo sviluppo responsabile delle bioplastiche

Otto grandi aziende si uniscono per lo sviluppo responsabile delle bioplastiche

In collaborazione con il WWF, otto importanti aziende nel settore del largo consumo a livello mondiale tra cui Nestlé, si uniscono per costruire un futuro più sostenibile nel campo delle bioplastiche. L'obiettivo è incoraggiare l'utilizzo di bioplastiche derivate da materie vegetali. In Italia il primo marchio a percorrere questa strada è stata Levissima...

L’obiettivo è incoraggiare le bioplastiche derivate da materie vegetali

MILANO – Nestlé ha da poco annunciato che lavorerà in collaborazione con WWF e altre sette grandi aziende chiave nei beni di largo consumo per implementare alternative sostenibili ai prodotti a base di petrolio. La Bioplastics Feedstock Alliance (BFA), come è stata ribattezzata, avrà lo scopo di guidare la scelta responsabile e la raccolta di materiali agricoli – come la canna da zucchero, mais, giunco – utilizzati per costruire le bioplastiche.

GLI SCOPI – La BFA intende riunire i maggiori esperti del mondo industriale, accademico e della società civile per promuovere e sostenere la scienza, la collaborazione, l'educazione e l'innovazione con lo scopo di condurre la valutazione e lo sviluppo sostenibile di materie che possono essere fatte in bioplastiche. Ha spiegato Anne Roulin, Global Research e Responsabile Sviluppo e Sostenibilità di Nestlé: “Entrare a far parte di BFA significa che saremo in grado di aiutare a costruire un futuro più sostenibile per l'industria delle bioplastiche, pur affrontando temi quali l'uso del territorio, la sicurezza alimentare e la biodiversità".

L’ESEMPIO DI LEVISSIMANestlé adopera già nel proprio portafoglio prodotti bioplastiche a base di canna da zucchero e altri materiali a base vegetale. In Italia il pioniere di questa nuova frontiera è Levissima, marchio appartenente a Nestlé Waters, ha recentemente lanciato sul mercato delle acque minerali la nuova Bio Based PET prodotta con l’impiego, in parte, di fonti rinnovabili derivanti dalla canna da zucchero. La nuova bottiglia con il 30% di origine vegetale costituisce quindi una nuova frontiera per gli imballaggi, pensata per dare ai consumatori la garanzia di un prodotto sicuro.

aggiornato il 29 novembre 2013