Camilla Agazzone, green tips per uno stile di vita più sostenibile

Graphic designer e green influencer, Camilla si è avvicinata per gioco ai social e ne ha parte del suo lavoro

MILANO - Green influencer da più di 70mila follower, Camilla Agazzone offre sui suoi canali social green tips per vivere in armonia con il Pianeta. Dalla mobilità sostenibile all’alimentazione vegetale, dai consigli green beauty alla sensibilizzazione su un uso moderato dell’acqua dolce, Camilla non solo sprona a uno stile di vita a impatto zero tramite social ma anche facendo parlare di sè per alcune “sfide” che l’hanno coinvolta in prima persona. Conosciamola meglio.

Ciao Camilla, raccontraci un po’ chi sei, il tuo percorso di studi e come nasce la tua passione per il green.

Dopo 5 anni di studi scientifici, al liceo, ho deciso che la mia professione “da grande” avrebbe avuto a che fare con la creatività e la comunicazione che sentivo essere davvero le mie passioni anche per merito di papà. Per questo, finito il diploma, mi sono specializzata in Graphic Design e comunicazione visiva presso IED Milano. Gli anni universitari sono stati, per me, anni carichi di stimoli, nuove conoscenze, scoperte e quindi di grandi cambiamenti. Ho imparato l’importanza e lo straordinario potere che ha la comunicazione e le sue armi: empatia, connessione, consenso. All’inizio dell’ultimo anno ho iniziato a interessarmi alle tematiche legate al pianeta e alla sostenibilità ma solo più tardi, quando ho iniziato ad affacciarmi al mondo del lavoro, ho iniziato a sentire questo tema come una vera urgenza. Il mio approccio è, ed è sempre stato graduale, fin dal principio, e continua tuttora. Credo che alcuni cambiamenti, soprattutto quelli che riguardano le nostre abitudini, debbano essere sentiti davvero per poter essere messi in pratica con sincerità.

Il tuo profilo social conta più di 70mila follower, come ti sei approccata all’uso dei social e con quale scopo?

Ho iniziato tanti anni fa quando Instagram era solo agli esordi, pubblicando piccoli sprazzi di vita, senza un fine preciso, non potevo immaginare che sarebbe diventato una parte del mio lavoro. Nella mia vita privata avevo già iniziato il mio percorso verso uno stile di vita a minor impatto, per esempio, mi stavo avvicinando a una dieta vegetariana e iniziavo ad acquistare in modo più consapevole, ma ancora non ne parlavo sul mio profilo. Ricordo molto bene quando una sera, a cena, un mio caro amico mi ha detto: “Ma perché non racconti tutte ste cose anche sui social?” Mi si è aperto un mondo! Così, due anni fa ho iniziato a parlare di sostenibilità, avevo e ho un po’ paura di non avere tutte le competenze per parlare di certi argomenti, ma ho deciso che avrei potuto sbilanciarmi se non avessi avuto la presunzione di dare soluzioni. La mia idea è sempre stata quella di condividere i tentativi, e così è iniziato tutto.

Abbiamo visto che ti sei messa alla prova con vere e proprie challenge a tema sostenibilità tra le quali non acquistare vestiti per un anno e spostarti per due mesi evitando l’utilizzo mezzi inquinanti. Ci vuoi raccontrare meglio queste esperienze?

Da sempre mi piace sfidarmi e per questo ho trasformato parte dei cambiamenti in alcune “challenge”. Penso che a tutti sia capitano di guardare chili di vestiti nell’armadio e pensare “ok, non ho niente da mettere!”, ecco, ho deciso che dovevo verificare se fosse davvero così. Il risultato? Ho riscoperto vestiti che avevo dimenticato sul fondo dei cassetti, mi sono divertita a provare nuovi abbinamenti e ho ridotto il mio impatto. Solo provando sulla mia pelle queste piccole sfide, ho capito quanto potessero essere stimolante. Queste esperimenti mi hanno insegnato tanto e hanno modificato proprio le mie abitudini: dopo 1 anno di detox dallo shopping non ho mai più sentito la necessità di tornare ad acquistare in modo compulsivo, stile fast fashion. Oggi, se acquisto, lo faccio solo se sono certa di poter riutilizzare a lungo il capo e quasi sempre in negozi vintage e second hand.

Quale consiglio daresti a chi si vuole approcciare a uno stile di vita più green?

Ci sono due tipi, penso, di priorità considerabili: la scala che ci riporta la scienza, basata sui numeri e i fatti, che ci identifica le problematiche più urgenti da affrontare; e una seconda classifica, dettata invece dalla nostra sensibilità e dalla consapevolezza maturata del nostro impatto. Ecco, il mio consiglio è di stilare la propria lista di priorità, quello che sentiamo più vicino, che tocchiamo con mano ogni giorno e che sappiamo di poter contribuire a risolvere e partire da lì. Non si cambia il mondo da soli ma, da soli, possiamo modificare le nostre abitudini. Resta assolutamente fondamentale rimanere curiosi e informarsi su ciò che gli studi e le ricerche ci mostrano ma, iniziare dal nostro piccolo, dalla nostra esperienza quotidiana, penso sia un ottimo punto di partenza e ci aiuti concretamente a percepire come necessità collettva ciò che accade al di fuori delle mura di casa nostra.

Evelyn Novello