“L'Isola del vento”, l’ultima frontiera dell’abitare sostenibile

“L'Isola del vento”, l’ultima frontiera dell’abitare sostenibile

L’architetto Mohsen Laei ha presentato il futuristico progetto che prevede la creazione di unità abitative ecosostenibili

MILANO - Mentre i cambiamenti climatici influiscono sull’ambiente che ci circonda, architetti come Mohsen Laei stanno lavorando per rendere più sostenibile il modo con cui progettare le città del futuro. Il suo avveniristico progetto, chiamato “L’Isola del vento”, prevede una struttura galleggiante che sfrutta la forza del vento, dell'acqua e del sole per ricreare il proprio microclima sostenibile e aperto.

Un’isola circolare artificiale

Dotata di un design semplice capace di fondersi con l'ambiente circostante, l'isola sorgerebbe nella zona epipelagica superiore di un oceano, ovvero la zona estesa tra lo strato superiore che riceve la luce solare e i 200 metri di profondità del mare. Dal punto di vista concettuale, l’architetto Mohsen Laei ha voluto combinare le caratteristiche di quattro elementi: ninfea, bandiere, isole e acqua.

Il risultato è una struttura circolare con forme sinusoidali che si intrecciano e si curvano verso il centro, dove si innalzano da terra per formare una gigantesca torre multifunzionale con un eliporto in cima. Questi volumi ondulati che coprono l'isola comprendono aree verdi, vie di accesso (rampe, ascensori, passerelle), zone residenziali, aree di ricerca e ricreative e strutture tecniche. infine, i bordi dell'isola sono caratterizzati da punti di ingresso a forma di imbuto utili per il filtraggio dell'acqua.

Energia pulita nell’isola

L’energia prodotta all’interno dell’isola proviene da due fonti diverse. La prima è generata dalle pale a bandiera che avvolgono la torre e si muovono secondo le correnti del vento, attivando per la produzione di energia l'albero verticale e le pale subacquee. Inoltre, questi pilastri a bandiera verrebbero progettati con materiale fotocromatico che raffredda e ombreggia la parte centrale dell'insediamento galleggiante.

La seconda fonte di energia si trova negli ingressi a forma di imbuto dove l'acqua entra e viene depurata da rifiuti e sostanze nocive. Inoltre, le turbine a due livelli ruotano questi imbuti nella direzione delle correnti d'acqua per stabilizzare l'isola durante condizioni instabili o difficili.

Coltivazioni autosostenibili

Sottolineando la dimensione sostenibile del suo progetto, Laei suggerisce di costruire l'isola utilizzando cemento galleggiante ibrido e organico, dando così vita a edifici residenziali già predisposti per la coltivazione di prodotti agricoli. Inoltre, le aree verdi che sorgeranno tra gli insediamenti possono essere ampliate o gestite per ospitare serre e un'analoga struttura recintata dove i residenti possono coltivare i prodotti della terra.

La raccolta dell’acqua piovana

Infine, ma non meno importante, l'utilizzo e la raccolta dell'acqua piovana è facilitata dalle superfici inclinate e dalla forma sferica del progetto. "Presso le aree verdi, un'infrastruttura di scale può raccogliere l'acqua e farla confluire in apposite vasche di raccolta - ha spiegato l’architetto durante la presentazione del progetto - mentre l'acqua piovana in eccesso si presenta sotto forma di cascata e può muovere le pale della turbina".

Di Rossella Digiacomo

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