I principali trend legati alla sostenibilità nel 2022

I principali trend legati alla sostenibilità nel 2022

Su Forbes uno speciale su quali saranno le principali iniziative a livello globale che mirano a rendere più sostenibile il Pianeta

MILANO – Con l’inizio del 2022 entriamo sempre più all’interno del decennio che porterà nel 2030 a tagliare diversi traguardi che incideranno in modo significativo sulle emissioni globali di carbonio. La giornalista Sofia Lotto Persio su Forbes ha descritto quali saranno le tendenze che probabilmente caratterizzeranno il prossimo anno legate a transizione energetica, mobilità e sostenibilità alimentare.

Previsioni energetiche 2022

Il World Economic Forum ha pubblicato il “Global Risk Report 2022”, un rapporto contenente le previsioni di oltre 1.000 leader accademici, economici, governativi, nonché l’intervento di 12.000 leader nazionali circa la loro percezione del rischio a breve, medio e lungo termine. I rischi associati ai cambiamenti climatici, come il "tempo estremo" e il "fallimento dell'azione per il clima", dominano le preoccupazioni di esperti e leader mondiali.

All’interno del documento, cinque importanti esperti di politiche ambientali hanno condiviso le loro previsioni per l'anno a venire: tra i principali trend individuati troviamo il declino accelerato del carbone, l’impegno dei singoli Stati nell’incentivare l'uso di energia pulita e l'espansione della mobilità elettrica, con l’installazione di stazioni di caricamento per veicoli elettrici che tenderà a diventare una nuova classe di investimento nelle principali città.

Gli impegni dei singoli Stati

Diversi già gli impegni annunciati a livello nazionale da alcuni Stati. Ecco alcuni esempi riportati dalla giornalista: il primo ministro danese Mette Frederiksen ha annunciato l'intenzione di rendere i voli nazionali privi di combustibili fossili entro il 2030; Nello stato di New York è stata avanzata una proposta di legge che obbliga le principali aziende ad aumentare la trasparenza delle loro catene di approvvigionamento e del loro impatto sociale; l'uomo d'affari più ricco dell'Asia, Mukesh Ambani, ha firmato un protocollo d'intesa con il governo dello stato indiano del Gujarat per investire 80 miliardi di dollari in progetti green che, se realizzati, consentirebbero allo stato di raggiungere emissioni nette di carbonio pari a zero entro il 2035.

Le sfide future

Un’accelerata legata alla salvaguardia del clima e alla tutela della biodiversità è frutto anche di analisi e studi che hanno delineato la situazione attuale nel mondo: la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) ha stimato che i disastri naturali sono costati agli Stati Uniti 145 miliardi di dollari nel 2021, il terzo conto più alto mai registrato dopo il 2017 e il 2005. Ai ritmi attuali, nel 2033 la Terra si sarà riscaldata di 1,5 gradi Celsius rispetto ai tempi preindustriali, un livello che gli esperti speravano non si sarebbe raggiunto in questo secolo. Poiché il clima è diventata una priorità per molti, le autorità di vigilanza stanno creando stress test climatici per comprendere meglio l'entità e la natura del rischio climatico.

Sostenibilità ambientale e regime alimentare

Richard Waite, ricercatore associato presso il World Resource Institute, ha spiegato come una dieta a base vegetale possa influire sulle emissioni di carbonio in ambito agricolo. “L'agricoltura provoca emissioni di gas serra in due modi principali: il primo è attraverso il processo di produzione agricola con l’uso e la produzione di fertilizzanti, il secondo avviene con il cambiamento dell'uso del suolo e la deforestazione”. Secondo Richard Waite, occorre portare le emissioni di gas serra fino allo zero netto entro il 2050, ma le diete ad alto contenuto di carne rendono più difficile bilanciare la sicurezza alimentare e gli obiettivi ambientali globali. Ciò può avvenire solo seguendo due regole pratiche: “ridurre al minimo lo spreco del cibo e seguire un regime alimentare più incentrato su prodotti di origine vegetale, non necessariamente vegana o vegetariana: occorre assumere alimenti naturali, non processati industrialmente, non trattati, non derivanti da sfruttamento di risorse e animali, meglio se km zero”.

Di Rossella Digiacomo

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