Ecco cosa c'è dietro la concessione mineraria

Nel corso del convegno "Acqua, Salute e Benessere" recentemente tenutosi a Cesena, si è affrontato un tema poco conosciuto come quello degli aspetti autorizzativi e le norme per le etichettatura per le acque minerali...

Acqua, sorgente e stabilimento: tre i livelli di autorizzazione

MILANO – Tanti i temi affrontati nel convegno internazionale “Acqua, Salute e Benessere” recentemente svoltosi a Cesena. Dall’idratazione alla sostenibilità, il mondo dell’acqua è stato snocciolato da esperti nazionali e internazionali per far conoscere tutti i valori che ruotano attorno a questo prezioso bene. Tra cui un tema poco conosciuto come gli aspetti autorizzativi e le norme per le etichettatura per le acque minerali.

LA RICERCA – Identificata l’area di interesse specifico, attraverso valutazioni di tipo geologico e cartografico, ottenute le necessarie autorizzazioni ufficiali (permesso di ricerca), viene verificata la presenza di acqua nel sottosuolo. Trovata l’acqua, vengono effettuati i primi prelievi di campioni e si iniziano a fare le valutazioni quali-quantitative per poi intraprendere il processo di omologazione dell’acqua come “minerale naturale” o “di sorgente”.

MONITORAGGIO E ANALISI – In sostanza, se l’acqua così scoperta presenta caratteristiche complessive interessanti, il ricercatore comunica all’organo ufficiale – Regione, Provincia o Comune – l’intenzione di voler procedere al riconoscimento come acqua minerale naturale o come acqua di sorgente e quindi di voler effettuare i prelievi ufficiali stagionali. La normativa in vigore prevede, infatti, l’effettuazione di quattro analisi stagionali nell’arco di un anno al fine di dimostrare che l’acqua in esame presenta la necessaria costanza qualitativa oltre alla stabilità delle altre caratteristiche essenziali (temperatura, portata alla fonte, ecc).

IL RICONOSCIMENTO – La legge impone di utilizzare un laboratorio autorizzato dal Ministero della Salute (in genere sono laboratori universitari): il ricercatore convoca perciò il laboratorio prescelto e l’organo sanitario competente per territorio specifico - ASL, USL - deputato alla verbalizzazione del prelievo. Gli esiti delle analisi dei campioni ufficiali sono quindi certificati in ambito chimico, chimico-fisico e batteriologico. Questi certificati di analisi ufficiali concorrono alla formazione di un’istanza da presentare al Ministero dello Salute per ottenere il riconoscimento come acqua minerale o acqua di sorgente, se si tratta di una nuova acqua.

LA SALVAGUARDIA DELLE AREE – L’ottenimento del riconoscimento è necessario per procedere successivamente alla richiesta di trasformazione del permesso di ricerca in concessione mineraria. La documentazione geologica e idrogeologica presentata alle autorità competenti deve altresì contenere indicazioni circa l’ubicazione delle aree di salvaguardia che circondano la zona di captazione, con perimetrazioni definite:

  1. l’area di tutela assoluta, più vicina alla risorsa ove risiede l’edificio di captazione
  2. l’area di rispetto
  3. l’area di protezione allargata

LA CONCESSIONE MINERARIA – Viene rilasciata da Regione, Provincia o Comune che ne rimane tuttavia proprietario; il concessionario - solitamente le aziende imbottigliatrici – è deputato alla custodia, al mantenimento in attività e alla buona conduzione del bene concesso per un tempo limitato, eventualmente rinnovabile alla scadenza. 

aggiornato il 19 giugno 2014