Ecco cosa c'è dietro la ricerca e la tutela di una sorgente

Ecco cosa c'è dietro la ricerca e la tutela di una sorgente

Le sorgenti si qualificano come preziose fonti idriche dislocate sul territorio nazionale. Il professor Giovanni Crosta dell'Università Bicocca di Milano spiega i criteri di formazione di una sorgente, il suo regime di funzionamento e i metodi di tutela per evitare che le preziose acque sorgive siano contaminate da inappropriate attività antropiche...

Il professor Crosta dell’Università Bicocca di Milano spiega come nascono e vengono tutelate le sorgenti

MILANO – Giovanni Crosta è professore ordinario di Geologia Applicata dell’Università Bicocca di Milano. In un’intervista spiega come si forma una sorgente e i tipi di acque sorgive che possono crearsi in base a fattori ambientali, strutturali e geologici. Acque termali o acque minerali di sorgente sono i preziosi risultati dell’attività che naturalmente coinvolge la superficie terrestre quando si verificano specifiche condizioni ambientali.

Quali sono i criteri scientifici di scoperta di una sorgente?

Gli elementi che possono essere utili all'individuazione delle sorgenti sono i più vari. Vanno dalle conoscenze storiche a quelle più prettamente geologiche: presenza di terreni e rocce permeabili, aree fratturate, contatto tra rocce con caratteristiche fisiche molto differenti. Fattori ambientali e vegetazionali sono anche determinanti. Le sorgenti possono essere di tipo termale o minerale. Le sorgenti termali hanno una temperatura dell'acqua superiore a quella della temperatura media annua dell'aria alla sorgente e la temperatura può essere inferiore o maggiore, per esempio, rispetto alla temperatura corporea umana. Le  acque minerali hanno invece delle caratteristiche definite in modo differente nei diversi paesi, ma in genere sono quelle con caratteristiche chimiche diverse da quelle di uso comune. Come tali possono avere applicazioni curative o benefici effetti sulla salute. In base al contenuto di sali minerali, normalmente espresso come residuo fisso, vengono distinte poi acque a bassa o minima mineralizzazione, acque oligominerali e acque ricche in sali minerali.

Da cosa sono determinati l’esistenza di una sorgente ed il suo regime di funzionamento? In che modo avvengono le ricerche pratiche di una sorgente?

La conoscenza dei sistemi di deflusso sotterraneo è il requisito base per laricerca e la gestione delle sorgenti. Infatti, i rapporti tra ricarica, deflusso dell'acquifero, acque superficiali e portata delle sorgenti costituiscono aspetti fondamentali nella ricerca e nella protezione delle risorse idriche.

Quali sono le procedure che si avviano quando si scopre una sorgente sotterranea?

Le opere di presa che si attuano quando si scopre una sorgente sono quelle necessarie alla captazione delle acque. Comprendono una serie di elementi diversi: la captazione  che  si attua attraverso un pozzo, una  trincea o galleria drenante, le vasche di calma e/o sedimentazione, le condotte di derivazione e scarico, la sezione di misura, la camera di manovra.

Come vengono tutelate le sorgenti da inquinamento e attività antropiche?

La difesa delle sorgenti si può basare su diversi principi in funzione delle caratteristiche delle aree di alimentazione e delle modalità di emergenza delle acque alla sorgente. Per tutte le sorgenti in genere si definiscono le zone di tutela assoluta,  le zone di rispetto e quelle di protezione. In tutte queste zone l'uso del suolo e le attività antropiche vengono vietate o regolamentate in termini di tipologia e intensità. Le zone definite di tutela assoluta includono un settore con raggio non inferiore ai 10 metri. Molto spesso servono allo scopo di evitare contaminazioni delle acque da percolazione di fluidi contaminanti. Le aree soggette a regolamentazione delle attività antropiche si estendono alle zone di ricarica e di transito o deflusso sotterraneo. Si possono definire sulla base di criteri idrogeologici generali: estensione parziale o totale dell'area di alimentazione, tempi di infiltrazione e percorrenza per un eventuale contaminante.

aggiornato il 20 gennaio 2014