L’Artico continua a riscaldarsi in maniera preoccupante

Secondo l’Arctic Report Card annuale, nelle regioni artiche i ghiacci si stanno sciogliendo velocemente a causa degli effetti del cambiamento climatico

MILANO - Il 2020 è stato il secondo anno più caldo di sempre per l’estremo nord del Pianeta. E’ quanto emerge dal rapporto annuale intitolato Arctic Report Card realizzato dagli scienziati dell’agenzia NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration). Causa emissioni di gas serra nell’atmosfera, il ghiaccio dell’Artico sta diminuendo sensibilmente e le temperature in questa regione si stanno riscaldando ad un ritmo doppio rispetto al resto del mondo.

I dati raccolti

Alla fine dell’estate, l’estensione del ghiaccio marino ha fatto registrare la seconda rilevazione più bassa in 42 anni di osservazioni via satellite: il primato negativo rimane quello stabilito nel 2012. Questo sulla maggior parte dell’Oceano Artico, con temperature eccezionalmente calde nei mari di Laptev e Kara. Non a caso, il mare di Laptev, nell’Artico russo, ha segnato il suo picco negativo quest’anno per quanto riguarda la data di formazione del ghiaccio.

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La situazione del permafrost

I cambiamenti della temperatura dell’aria, del ghiaccio marino e delle condizioni oceaniche si sono combinati e stanno aumentando il tasso di erosione del permafrost costiero. Questo soprattutto nelle regioni in cui vivono gran parte degli abitanti dell’Artico, e quindi anche dove si concentrano le principali attività del territorio.

Tra i record negativi, da registrare anche la mancata neve caduta nell’Artico euroasiatico, mai così poca negli ultimi 54 anni. Record anche per gli incendi nella porzione russa, che hanno coinciso con temperature elevate e mai registrate prima. Da settembre 2019 ad agosto 2020 la calotta glaciale della Groenlandia ha registrato una perdita di ghiaccio superiore della media 1981-2010.

Di Rossella Digiacomo