Uno studio scientifico rivela lo stato di salute dei ghiacciai alpini

Uno studio scientifico rivela lo stato di salute dei ghiacciai alpini

Levissima e l'Università degli Studi di Milano analizzano i dati raccolti in alta Valtellina per capire cosa sta succedendo alla criosfera. Tra luglio e agosto 2012, sui ghiacciai delle Alpi italiane temperature massime superiori ai 15°C e tra i 50.000 e 160.000 metri cubi d'acqua rilasciati al giorno per ghiacciaio...

Levissima e l’Università degli Studi di Milano analizzano i dati raccolti in alta Valtellina per capire cosa sta succedendo alla criosfera

MILANO - Per rispondere a questa domanda un contributo fondamentale viene dal laboratorio a cielo aperto Dosdé-Piazzi, il bacino glaciale valtellinese che, grazie a Levissima – acqua minerale del Gruppo Sanpellegrino – è stato attrezzato a partire dal 2007 con strumenti che rilevano le condizioni meteorologiche, la fusione glaciale, i relativi effetti sui torrenti d’alta quota e il permafrost, o ghiaccio nascosto nella roccia e nel suolo. Gli studi condotti dai ricercatori dell’Università degli Studi di Milano, guidati dal Professor Claudio Smiraglia e dalla Dottoressa Guglielmina Diolaiuti, hanno rilevato nell’estate appena trascorsa temperature massime superiori ai 15°C sui ghiacciai alpini, a oltre 2.850 metri di quota, e volumi d’acqua compresi tra 50.000 e 160.000 metri cubi riversati al giorno nei torrenti d’alta quota a seguito della fusione di ogni ghiacciaio.

COSA E’ SUCCESSO -  Nell’estate 2012 la fusione è stata intensae ha quasi raggiunto i livelli registrati nell’estate 2003. Il Ghiacciaio Dosdè Orientale ha visto lo spessore della lingua assottigliarsi di oltre 3 metri nei settori inferiori e di poco meno di 2 metri nelle zone superiori. Se pensiamo di estendere questa perdita a superfici glaciali di diverse migliaia di metri quadri, si ottengono facilmente volumi superiori ai 50.000 metri cubi di acqua rilasciata al giorno per ghiacciaio, che possono salire a 160.000 metri cubi nel caso dei ghiacciai di grandi dimensioni. Non si tratta però di una vera perdita, infatti, l’acqua rilasciata dalla fusione nivo- glaciale finisce nei torrenti dove diventa disponibile per i sistemi ecologici di alta montagna o da dove viene trasportata per confluire nei grandi fiumi di pianura, mitigando così le magre estive. La criosfera quindi riveste un ruolo fondamentale come riserva di “acqua” che diviene disponibile in estate a seguito della fusione. E’ però indubbio che queste perdite comportino una riduzione degli apparati glaciali alpini che negli ultimi anni hanno difficoltà a rigenerarsi: infatti, proprio negli ultimi decenni le nevicate si sono ridotte e con esse la persistenza della neve, che lascia il ghiaccio esposto all’azione dei raggi solari per più tempo rispetto a quanto accadeva in passato.

CAUSE FUSIONE E CRISI CRIOSFERA - L’elevata temperatura dell’aria ha determinato l’intensa fusione dei ghiacciainei mesi di Luglio e Agosto sulle Alpi, così come in Groenlandia. La stazione meteorologica Levissima, afferente alla prestigiosa rete SHARE e posta a 2.850 metri di quota, ha rilevato nei due mesi più caldi del 2012 temperature medie giornaliere quasi sempre superiori agli 0°C - con medie intorno ai 7°C e massime di oltre 15°C – portando quindi il ghiaccio alla fusione; durante la notte inoltre, la temperatura è raramente scesa sotto zero, fatto che ha impedito ad almeno una parte dell’acqua fusa durante il giorno di rigelare.

IL CALDO - Le condizioni di caldo eccezionale del 2012 hanno comportato una fusione fino al 30% superiore rispetto alle medie del recente passato e quindi rilasci di acqua non trascurabili per i ghiacciai del Gruppo Dosdè-Piazzi e delle Alpi in generale. Quest’estate, avversa per il glacialismo, rientra inuna riduzione in atto da diversi decenni: i ricercatori dell’Università degli Studi di Milano insieme ad alcuni esperti del Politecnico di Milano hanno dimostrato come, analizzando i ghiacciai del Gruppo Dosdè-Piazzi tramite foto aeree nel periodo 1954-2007, i ghiacciai di questo settore delle Alpi si siano ridotti del 50% nell’ultimo mezzo secolo e come la riduzione sia stata molto più intensa nell’ultimo periodo. Ecco perché Levissima e l’Università degli Studi di Milano continueranno a monitorare i cambiamenti climatici in atto e le relative ripercussioni sulla criosfera, con l’intento di proteggere e preservare i ghiacciai, preziosa risorsa per il nostro ecosistema e fonte di tutta la purezza che l’acqua minerale Levissima ci regala ogni giorno.

19 novembre 2012