L’effetto del cambiamento climatico su ghiacciai e mari italiani

L’effetto del cambiamento climatico su ghiacciai e mari italiani

L’ambiente alpino e i mari italiani sono gli osservati speciali del primo monitoraggio SNPA sugli indicatori di impatto del cambiamento climatico in Italia.

Scioglimento dei ghiacciai sempre più frequente e aumento della temperatura dei mari italiani, in particolare mar Ligure, Adriatico e Jonio settentrionale. È quanto emerge dal primo Rapporto SNPA sugli indicatori di impatto dei cambiamenti climatici in Italia, presentato dal Sistema nazionale protezione ambiente. Il Rapporto rappresenta il primo passo verso la costruzione di un quadro conoscitivo oggettivo, attendibile e sistematico a supporto della definizione, pianificazione e implementazione delle politiche di adattamento in Italia.

Per approfondire il tema, leggi 10 curiosità sul cambiamento climatico e cos’è il cambiamento climatico

Cambiamento climatico: conseguenze su ghiacciai e mari

Il cambiamento climatico è tra le principali cause dello scioglimento dei ghiacciai e dell’innalzamento dei livelli dei mari; ciò è dovuto al fatto che, scaldandosi, l’acqua si riscalda. Per questo motivo, il riscaldamento globale provoca allo stesso tempo lo scioglimento delle calotte polari e dei ghiacciai. La combinazione di questi fenomeni fa aumentare il livello dei mari, causando alluvioni e fenomeni di erosione lungo le regioni costiere basse.

Il monitoraggio SNPA fornisce un primo quadro conoscitivo sui fenomeni potenzialmente connessi al cambiamento climatico in Italia e rappresenta un sistema dinamico e aggiornabile, anche in funzione di eventuali nuove acquisizioni scientifiche. Per tenere sotto osservazione il fenomeno dei cambiamenti climatici e misurare l’efficacia delle azioni di contrasto e adattamento adottate, SNPA ha individuato un primo set di 20 indicatori nazionali e 30 casi pilota regionali afferenti a 13 settori vulnerabili già individuati nell’ambito della Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici e dalla successiva bozza del Piano Nazionale. Si va dalle risorse idriche al patrimonio culturale, passando attraverso agricoltura e produzione alimentare, energia, pesca, salute, foreste, ecosistemi marini e terrestri, suolo e territorio, ambiente alpino/appenninico e zone costiere.

Scioglimento dei ghiacciai in Italia

L’ambiente alpino presenta evidenti tendenze alla deglaciazione. A causa dell’effetto combinato delle elevate temperature estive e della riduzione delle precipitazioni invernali, si registra una perdita costante di massa (Bilancio di massa dei ghiacciai, indicatore nazionale e caso pilota su Valle d’Aosta e Lombardia), con una media annua pari a oltre un metro di acqua equivalente (cioè lo spessore dello strato di acqua ottenuto dalla fusione del ghiaccio) dal 1995 al 2019: si va da un minimo di 19 metri di acqua equivalente per il ghiacciaio del Basòdino fra Piemonte e Svizzera al massimo di quasi 41 metri per il ghiacciaio di Caresèr, in Trentino Alto Adige.

A tali fenomeni si aggiunge una chiara tendenza al degrado del permafrost. L’analisi di due siti pilota regionali (Valle d’Aosta e Piemonte) evidenzia un riscaldamento medio di +0,15 °C ogni 10 anni con un’elevata probabilità di “degradazione completa” entro il 2040 nel sito piemontese: infatti si ha permafrost solo in presenza di temperature negative al di sotto dello strato attivo del suolo per almeno due anni consecutivi, condizione che rischia di scomparire al 2040.

La temperatura delle acque marine

Passando dai monti al mare, gli effetti del cambiamento climatico si fanno sentire anche qui: all’aumento della temperatura del mare corrisponde già una significativa variazione della distribuzione delle specie, con un aumento della pesca nei mari italiani di quelle che prediligono temperature elevate (specie di piccole dimensioni come acciuga, sardinella, triglia, mazzancolle e gambero rosa), che si stanno diffondendo sempre più a nord nei mari italiani. Penalizzate, invece, le specie di grandi dimensioni, talvolta di grande interesse commerciale, come il merluzzo, il cantaro, il branzino, lo sgombro e la palamita.

Questo fenomeno è fotografato dall’indicatore “temperatura media della catture”, calcolata anno per anno in base alle catture commerciali, cresciuta di oltre un grado negli ultimi 30 anni (un fenomeno più marcato nei mari del sud, nel Tirreno e mar Ligure rispetto all’Adriatico).

Gli effetti sulle coste italiane

Le variazioni del livello del mare costituiscono fonte di preoccupazione per le conseguenze sulle coste italiane: gli incrementi, dell’ordine di pochi millimetri l’anno (valori medi del trend pari a circa 2,2 mm/anno con picchi nel Mare Adriatico di circa 3 mm/anno), sono continui e appaiono ad oggi irreversibili. Particolare attenzione merita il caso di Venezia, dove è presente un fenomeno combinato di eustatismo (innalzamento del livello del mare) e subsidenza (abbassamento del livello del terreno): nel lungo periodo (1872-2019) il tasso di innalzamento del livello medio del mare si attesta sui 2,53 mm/anno, valore più che raddoppiato a 5,34 mm/anno considerando solo l’ultimo periodo (1993-2019).

Come combattere il cambiamento climatico

Secondo l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), agenzia delle Nazioni Unite e voce più autorevole in tema di cambiamento climatico, il principale responsabile del riscaldamento globale è l’emissione di gas serra, prima fra tutti l’anidride carbonica. Per stare sotto la soglia del grado e mezzo, secondo l’IPCC tali emissioni devono diminuire del 45% entro il 2030 e raggiungere lo zero – al netto dell’anidride carbonica riassorbita dall’atmosfera – entro il 2075, con le emissioni degli altri gas serra devono essere ridotte del 35% entro il 2050.

Per fare ciò, occorre agire su diversi settori come edilizia, industria, trasporti, produzione di energia, agricoltura, sfruttamento delle foreste e del terreno. In particolare, è possibile abbassare le emissioni di gas serra mettendo in pratica alcune azioni, sia in ambito industriale/istituzionale che legate alla vita di tutti i giorni, come:

  • Utilizzare fonti rinnovabili di energia
  • Investire sulla riforestazione
  • Usare trasporti elettrici e preferire muoversi a pedi o con mezzi a zero impatto come biciclette o monopattini
  • Utilizzare elettrodomestici come lavatrice e lavastoviglie solo a pieno carico
  • Non lasciare tv e computer in stand-by
  • Portare rifiuti speciali come batterie, computer, smartphone e tablet nei centri di raccolta e non nei normali cassonetti.

Scopri di più sull’impegno di Levissima contro lo scioglimento dei ghiacciai.

Di Rossella Digiacomo

 

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