Il ruolo dell’Italia per preservare il capitale naturale

Il ruolo dell’Italia per preservare il capitale naturale

Il responsabile ISPRA Leonardo Tunesi spiega come la presidenza italiana del G20 quest’anno può essere fondamentale per la tutela della biodiversità marina

MILANO - Il Gruppo dei 20, più noto al grande pubblico come “G20”, può essere considerato come una delle principali iniziative a livello mondiale per favorire la concertazione e l'internazionalità economica; coinvolge infatti i 20 paesi più industrializzati su scala planetaria, con la presenza anche di nuove economie, “nuove” perché ancora in pieno sviluppo. Il 1° di dicembre dello scorso anno la Presidenza del G20 è passata dall’Arabia Saudita all’Italia. Quest’anno quindi il nostro Paese è chiamato a svolgere il ruolo di catalizzatore della comunità internazionale per affrontare in modo efficace le principali sfide che oggi l’Umanità deve fronteggiare, dall’emergenza pandemica ai cambiamenti climatici, dalla lotta alla povertà e alle disuguaglianze, allo sviluppo di nuove tecnologie e alla tutela dell’ambiente, della biodiversità e dei servizi ecosistemici.

People, Planet, Prosperity

Il programma della Presidenza italiana, focalizzato sulla “cura” del pianeta e delle persone, e su una ripresa economica che sia inclusiva e nel contempo sostenibile, è stato sintetizzato da tre parole chiave: “People, Planet, Prosperity”. La Presidenza italiana vedrà l’evento clou a Roma il 30 e 31 ottobre con l’organizzazione del Vertice dei Leader G20. In questo contesto, buona parte dell’opinione pubblica dedica giustamente attenzione al Global Health Summit che sarà organizzato dall’Italia e dalla Commissione europea il 21 di maggio, con l’obiettivo di affrontare al massimo livello la sfida dell’emergenza sanitaria mondiale legata al Covid 19.

Preservare la biodiversità

La presidenza italiana raccoglie però il testimone anche di altri importanti elementi sviluppati da chi l’ha preceduta e, nello specifico l’impegno a preservare le barriere coralline e la biodiversità. Su questo argomento molto è stato fatto soprattutto da parte dell'International Coral Reef Initiative (ICRI), che è una partnership informale tra nazioni e organizzazioni che ha l’obiettivo di preservare a scala planetaria le barriere coralline e i relativi ecosistemi. Nello specifico l’ICRI nel dicembre 2018 si è dotata di un comitato specifico per seguire il processo di sviluppo del Global Biodiversity Framework post-2020, e per contribuire a risolvere le cause che determinano lo stato critico di molte barriere coralline, lavorando per identificare delle soluzioni che possano essere intraprese in modo adeguato proprio nell’attuale nuovo decennio.

Cambiamento climatico, energia sostenibile e ambiente

Nell’ambito del G20 esiste il “Think20” o T20, che è il gruppo ufficiale di impegno del G20 che riunisce i principali think tank e centri di ricerca di tutto il mondo e che ha l’obiettivo di svolgere il ruolo di "banca delle idee" del G20, per fornire ai leader del G20 raccomandazioni politiche che siano basate sulle conoscenze più avanzate provenienti proprio dal mondo della ricerca. Nel contesto dell'anno di presidenza italiana del G20, il T20 Italia ha l’obiettivo di produrre più di 160 policy brief in preparazione del summit del G20, che si terrà nel mese di ottobre; ciò al fine di coprire una vasta gamma di argomenti, tra i quali la lotta ai cambiamenti climatici e la protezione dalla biodiversità marina e le aree marine protette. Il T20 opera per il tramite di 11 task force di cui una, la seconda, la TF 2 – “Cambiamento climatico, energia sostenibile e ambiente”, ha uno specifico settore strategico preliminare dedicato a “Preservare la biodiversità marina e le aree naturali protette”.

L’importanza degli ecosistemi marino-costieri

Conosciamo l’importanza della biodiversità e dei servizi ecosistemici che essa assicura. Nello specifico, sappiamo che gli ecosistemi marino-costieri sono tra gli ambienti più produttivi al mondo e i loro stock di capitale naturale forniscono numerosi servizi ecosistemici essenziali per la sopravvivenza ed il benessere delle società umane, e sappiamo inoltre che la natura è in grado di fornire i suoi servizi solo quando è rispettata e mantenuta in salute.

È quindi auspicabile che l’Italia, grazie all’attenzione già dedicata dal G20 con la passata Presidenza Saudita all’ambiente marino, con il focus sulle barriere coralline, riesca a polarizzare l’attenzione di questo importante consesso sul capitale naturale e su quello marino nello specifico, in modo che quest’ultimo inizi a diventare il riferimento per la definizione delle strategie internazionali. Tutto ciò dando adeguato rilievo, oltre che alle barriere coralline, anche a diversi altri habitat altrettanto importanti e, più mediterranei, quali ad esempio le praterie di Posidonia oceanica, il coralligeno, fondamentale sia per contrastare i cambiamenti climatici, sia quale motore del turismo subacqueo, per arrivare ai coralli profondi. Questi, infatti, sono solo alcuni degli ambienti biogenici, emblematici dei nostri mari, che meritano la massima attenzione, al pari delle barriere coralline, proprio perché elementi chiave del nostro capitale naturale.

Leonardo Tunesi

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