Strato di ozono, cos’è e perché è importante

Strato di ozono, cos’è e perché è importante

In occasione della Giornata Mondiale per la Preservazione dello Strato di Ozono, scopriamo di cosa si tratta e perché è stata istituita

MILANO – Sabato 16 settembre 2023 si celebra la Giornata Mondiale per la Preservazione dello Strato di Ozono, un’occasione per riflettere e dialogare sul tema, così come per ricordare che una risposta rapida e globale può davvero fare la differenza. Ma quando è stata istituita e che tematiche tratta nello specifico?

Che cos’è lo strato di Ozono

Quando si parla dello strato di ozono, si fa riferimento allo scudo di gas che protegge la Terra dai raggi ultravioletti, potenzialmente dannosi e pericolosi per la salute umana e per gli ecosistemi. Nello specifico, si tratta di una determinata area – precisamente sopra l’antartico – in cui lo strato appare più sottile a causa dell’immissione antropica in atmosfera di sostanze chimiche come clorofluorocarburi, halon e tetracloruro di carbonio che – trasportate verso l’alto – ne riducono lo spessore.

Lo Strato di Ozono è fondamentale perché ha la funzione di proteggere la Terra dalle radiazioni ultraviolette, riducendo significativamente i rischi legati ai tumori, ai danni irreversibili sulla retina dell’occhio, all’abbassamento delle difese immunitarie, alla riduzione della fotosintesi e all’alterazione degli ecosistemi dovuta a una minore crescita delle piante e una minore produzione di fitoplancton oceanico.

Il Protocollo di Montreal

La scelta del 16 settembre come data per la Giornata Mondiale per la Preservazione dello Strato di Ozono non è causale. Essa, infatti, corrisponde all’esatto giorno in cui nel 1987 è stato firmato il Protocollo di Montreal, entrato poi in vigore nel 1989. La scelta di tale data è avvenuta poi nel 1994 da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Le origini del Protocollo risalgono, tuttavia, a qualche decennio prima, e in particolare a due contributi fondamentali: i premi Nobel per la chimica Rowland e Molina che negli anni 70 dimostrarono la correlazione tra assottigliamento della fascia di ozono e immissioni di sostanze refrigeranti, e gli esiti della Convenzione di Vienna del 1985, quando la comunità internazionale istituì un meccanismo di cooperazione per la protezione dello strato.

Il principale obiettivo del Protocollo di Montreal è infatti quello di proteggere lo strato di ozono tramite misure e attività che consentano di tenere sotto controllo la produzione e il consumo delle sostanze che ne causano una riduzione, cercando di raggiungere una loro limitazione totale. Le sostanze chimiche considerate ‘pericolose’ sono quasi 100 e sono suddivise in categorie. Per ognuna di queste categorie, il Protocollo stabilisce un calendario per l’eliminazione graduale della produzione e del consumo.

L’importanza del Protocollo di Montreal – e di conseguenza della Giornata Mondiale per la Preservazione dello Strato di Ozono - è chiara: grazie al riconoscimento dei potenziali danni al Pianeta e all’umanità di tale “buco”, il raggiungimento di un accordo globale tra le parti ha permesso di evitare catastrofiche situazioni sanitarie e ambientali causate dai raggi ultravioletti. Il Protocollo di Montreal rappresenta un esempio di successo nella lotta per i cambiamenti climatici, dimostrando come una risposta rapida, precisa e globale – e che sappia dare ascolto alla scienza - possa davvero essere una strategia efficace. Secondo l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite, infatti, il sottile strato si sta lentamente rimarginando, anche se è ancora presto per cantare vittoria. Si stima, infatti, che i livelli di ozono stratosferico possano tornare a quelli del 1980 tra circa una quindicina di anni, ad eccezione delle zone polari per le quali invece ci vorrà più pazienza.

Di Elena Parodi

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