Studi e nuove tecnologie per il riciclo della plastica

Studi e nuove tecnologie per il riciclo della plastica

Recenti studi sembrano confermare la possibilità in futuro dell’azzeramento della produzione di nuova plastica

MILANO – Quando si parla di riciclo della plastica, spesso non ci citano nel dettaglio il processo e gli effettivi utilizzi del prodotto finale. Secondo il rapporto Prospettive Globali sulla Plastica (Global Plastics Outlook: Economic Drivers, Environmental Impacts and Policy Options) dell’OCSE, solo il 10% della plastica prodotta sembra essere effettivamente riciclata. Buone notizie potrebbero arrivare dai paesi scandinavi, dove una tecnologia finlandese e due studi recenti hanno messo a punto metodi di riciclo alternativo che promettono una drastica riduzione della produzione di nuova plastica.

La nuova tecnologia di Olefy

Olefy Technologies, spin off del politecnico statale VTT Technical Research Centre of Finland, ha l’ambizione di riciclare la plastica all’infinito e ha studiato una tecnologia che almeno teoricamente è in grado di farlo, anche quando è composta da polimeri di bassa qualità. Come illustrato da FoodNavigator, alla base di questa possibile rivoluzione vi è l’idea di non ricorrere a mezzi meccanici ma di sfruttare la gassificazione o, per essere più precisi, la conversione termica, su cui il VTT lavora da quasi mezzo secolo, e che permette di ri-trasformare la plastica in olefine, cioè nei derivati del petrolio da cui è sintetizzata, e in altri idrocarburi utilizzabili dalle industrie. Olefy, presentando il suo brevetto, promette che si arriverà al 70% di riciclo rispetto al materiale di partenza e si otterranno materie prime potenzialmente riciclabili all’infinito. 

Il procedimento può essere applicato anche a plastiche poco pure e un ulteriore vantaggio della gassificazione è che consisterà in un solo passaggio, rendendo i costi molto inferiori a quelli di altri metodi attualmente utilizzati. Questo sistema, secondo Olefy, potrebbe ridurre anche drasticamente la necessità di produzione di nuova plastica e spingere molti governi a incentivare anche economicamente il riciclo se non, addirittura, il recupero dall’ambiente.

Gli altri studi sul riciclo

Lo studio pubblicato su ACS Catalysis indica come possibile soluzione la trasformazione della plastica in idrocarburi da usare come carburanti e materie prime grazie alla correzione delle quantità di rutenio, usato come catalizzatore, un elemento molto raro e costoso. I ricercatori del Pacific Northwest National Laboratory hanno dimostrato che ne basta molto meno rispetto alle quantità attuali: la reazione sarebbe più efficiente e produrrebbe meno metano come sottoprodotto. 

Un altro studio, reso pubblico da PNAS, fornisce una possibile soluzione per uno dei polimeri finora più complicati da riciclare: il polisterene. I ricercatori del Virginia Tech, in collaborazione con colleghi di altre università, hanno trovato il modo di riportarlo agli idrocarburi di partenza, con un procedimento sostenibile economicamente e dal punto di vista ambientale.

Evelyn Novello

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