Acqua e Religione Buddhista: Pulizia e Purificazione – In a Bottle

L’acqua nella religione Buddhista

La preziosa risorsa oltre ad essere un simbolo è anche oggetto di culto

MILANO – L’acqua è associata a immagini di pulizia e purificazione del corpo e dello spirito: per i cristiani, ad esempio, significa rinascita spirituale mentre i credenti Indù considerano sacri i fiumi come il Gange, che nasce direttamente da una fonte nell’Himalaya. Per quanto riguarda la religione Buddhista, invece, la trasformazione spirituale (Nirvana) viene ricercata in ambienti naturali, fra cui foreste e corsi d’acqua.

L’acqua, oggetto di culto per il Buddhismo

Come in tutte le tradizioni religiose, anche nel Buddhismo, l’acqua riveste un ruolo importante durante i riti e le offerte. Di fronte alla statua del Buddha, per esempio, vengono disposte delle ciotole di acqua in segno di offerta da parte dei credenti. In India, nel passato, era consuetudine accogliere degnamente l’ospite offrendogli degli oggetti con cui soddisfare i sensi: da un bicchiere di acqua a quella per l’igiene personale, ma anche incensi, collane, cibo e musica. L’acqua, infatti, per la sua natura è sempre stata considerata l’oggetto più accessibile e più idoneo per compiere atti di pura generosità.

Alcune festività a tema acqua ritenute sacre

La “Festa dell’Acqua” è tra le ricorrenze che avvengono durante le celebrazioni dei primi due giorni dell’anno. Durante la festa le persone offrono dei recipienti colmi di acqua fresca agli anziani, che ricambiano con benedizioni, gettando anche la preziosa risorsa sui passanti al fine di purificarli dai peccati. La “Festa dei fantasmi affamati”, invece, ha lo scopo di placare gli spiriti instabili dei morti, che sono tornati sulla Terra sotto forma di fantasmi. I fedeli, quindi, bruciano delle barche di carta e offrono cibo per placare le sofferenze di questi spiriti e aiutarli a lasciare in maniera serena questo Mondo.

di Michael Dones

Source: Adobe Stock

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