A Cremona in mostra i "Dipinti sull'acqua"

Esposte a Cremona le opere di alcuni pittori italiani dell'Ottocento che raccontano l'uso dell'acqua nella vita di tutti i giorni

CREMONA – La mostra “Dipinti sull’acqua: da Magnasco a de Conciliis  (1720-2017)” nella Pinacoteca del Museo civico “Ala Ponzone” di Cremona sarà visitabile fino al 10 settembre 2017.

La mostra, a cura di Natalia Demina dell’Ermitage di San Pietroburgo, organizzata da GardaMusei, fa parte della terza edizione dell’ “Acquedotte Festival 2017, la cultura scorre dal lago al fiume” e si sposa perfettamente con il tema della kermesse.

Il direttore artistico Roberto Codazzi sostiene che il tema dell’acqua è “il motore anche della terza edizione del festival Acquedotte.

I pittori dell’Ottocento

La mostra dà visibilità alle opere di alcuni pittori italiani dell’Ottocento e di diversi artisti contemporanei. L’obiettivo è quello di presentare gli autori che hanno usato l’acqua per raccontare paesaggi, storie, attività umane.

L’acqua è l’elemento naturale indispensabile alla nascita della vita; è vicino all’acqua che si sono concentrati i primi insediamenti umani.

La curatrice Natalia Demina è una gran conoscitrice dell'Ottocento europeo e italiano e dei dipinti custoditi nelle collezioni russe e si è concentrata su tutti quegli artisti del Novecento che si sono ispirati all’acqua nella loro pittura.

Oltre a questi quadri Cremona ospita un quadro di gran pregio, quello del Magnasco, pittore specializzato nei paesaggi.

Gli interventi degli esperti

Non è un caso – sottolinea Marina Pizziolo, critica d’arte -  che questa mostra si concluda con un meraviglioso assolo di de Conciliis: artista che riesce ancora a raccontare l’acqua nelle forme della natura, senza perdersi nell’aneddotica descrittiva di una pittura di luoghi. Abbiamo fame di lentezza, abbiamo bisogno di tempo per poter sentire, per poter vedere, per poter capire.I dipinti di de Conciliis sono potenti fermi immagine. Le sue acque placide sono specchi ustori diretti contro i nostri occhi per farci capire che il mondo è la meravigliosa arca che ci salverà. Paesaggi come pittura di protesta? Sì, perché dove la natura è aggredita, è aggredito anche l’uomo. E quindi dipingere la bellezza di un paesaggio significa invocare un’umanità liberata dal male”.

di Valentina Izzo

28 luglio 2017

credits: Musei.comune.cremona.it