Fare musica con l’acqua? Si può. Ecco come!

Dall’hydraulophone all’hydrocordion, passando per l’armonica a bicchieri. Ecco alcuni strumenti musicali che, con l’acqua, producono suoni armoniosi e celestiali

MILANO – Colmare un bicchiere ed iniziare a ticchettare con l’aiuto di una forchetta o di un coltello. Riempirlo fino a metà un’altra volta e rifare lo stesso gesto, notando che il suono emesso è diverso da quello precedente. Tutti, da bambini, abbiamo fatto questo gioco ed abbiamo notato che l’acqua è una risorsa fondamentale anche nella musica. In un bicchiere, in una bacinella, in alcuni “strani” tubi cilindrici: ovunque sia produce una melodia diversa, armoniosa. E così molti artisti l’hanno saputa sfruttare per farsi conoscere in tutto il mondo suonando strumenti “non convenzionali” come l’hydrocordion, l’armonica a bicchieri e l’hydraulophone.

L’hydrocordion e l’hydraulophone

Il primo dei due strumenti è stato presentato nel 2011 alla Science Gallery di Dublino. Dopo un periodo passato “in sordina” è balzato agli onori di cronaca durante il World Science Festival di New York, dov’è stato definito come un’esperienza musicale “interattiva”. Lo strumento è composto da una serie di tubi cilindrici, riempiti tutti con una quantità di acqua sempre diversa e produce un suono che, dicono, ricordi molto il canto delle balene.

Per quanto riguarda l’hydraulophone, invece, è uno strumento dove il suono deriva dal contatto diretto delle dita con l’acqua. Lo strumento, che è presente sul mercato da diversi anni, è stato realizzato originariamente da Steve Mann ed è conosciuto da tutti con il nome di “flauto ad acqua”. La sua forma ricorda quella di un pesce dotato di fori, dai quali fuoriesce l’acqua. Chiudendo ed aprendo questi getti si produce il suono.

L’armonica a bicchieri

È noto anche con il nome di glassarmonica ed è uno strumento idiofono a frizione. La sua versione “primitiva” era costituita da una serie di bicchieri, di diversa grandezza e riempiti in varia misura da acqua, in modo tale che, sfregando con un dito inumidito sul bordo di ciascuno di essi, si producesse una nota musicale. L’armonica venne utilizzata inizialmente nel 1700, mentre la sua versione più moderna fu inventata da Benjamin Franklin nel 1761. Lo scienziato e politico statunitense ebbe l’idea di disporre i bicchieri concentricamente lungo un asse orizzontale. Il suono viene prodotto dall’esecutore per sfregamento, con le dita inumidite di acqua, emettendo una melodia dalle note vellutate e cristalline.

di Salvatore Galeone

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