MILANO – Far riflettere e sensibilizzare milioni di turisti e cittadini romani sullo stato del nostro pianeta. E’ questo il messaggio lanciato dall’installazione luminosa “HELP the Ocean”, opera dell’artista Maria Cristina Finucci, posta sui resti della Basilica Giulia nel Foro Romano con il supporto della Fondazione Bracco.
L’installazione
L‘opera formata da un insieme di gabbioni in rete metallica, messi a disposizione da Officine Maccaferri, rivestiti da un ricamo di sei milioni di tappini di plastica colorati, simula un ritrovamento archeologico che potrebbe essere un giorno emblematico della nostra era, ribattezzata quindi come l’ “età della plastica”. L’opera fa parte del ciclo, iniziato dall’artista nel 2013 con l’opera artistica-ambientale “Garbage Patch State”, progetto transmediale portato avanti con il patrocinio dell'UNESCO e del Ministero dell'Ambiente italiano attraverso un ciclo di installazioni, performance, video e altre iniziative progettate dall'artista per creare l'idea visiva dello stato del Garbage Patch, il secondo Stato più vasto al mondo con i suoi 16 milioni di kmq, che comprende le cinque principali “isole” di plastica presenti negli oceani.
Richiesta di aiuto
Si tratta di un enigmatico impianto architettonico che richiama la sintassi costruttiva dell’architettura antica romana, ma il cui materiale da costruzione non è la pietra, bensì la plastica. Solo da una visione dall’alto però si potrà notare che questa peculiare costruzione forma le quattro lettere della parola HELP, la richiesta di aiuto di un’intera epoca storica, la nostra.
L’individuo al centro
“HELP è un grido d’allarme – afferma l’artista Maria Cristina Finucci – che non si limita alla pur importante questione ambientale, ma pone al centro l’individuo e l’intera vita sul pianeta, in cui l’ambiente è legato indissolubilmente alle risorse naturali, alla salute, all’alimentazione, alla povertà, alle disuguaglianze, ai diritti umani, alla pace”.
di Salvatore Galeone
Source: Fondazione Bracco