Ulay e bellezza dell'acqua in tutte le sue forme

Ulay e bellezza dell'acqua in tutte le sue forme

Tutto è iniziato nel 2004, racconta Frank Uwe Laysiepen (nome d'arte Ulay), "quando ho scritto una poesia in cui mi rivolgevo all'acqua". Era una specie di dialogo tra l'artista e l'elemento. Quella poesia ha ispirato una serie di lavori fotografici intorno al tema acqua. "Ho capito così di aver inaugurato una nuova fase della mia carriera"...

Immortalare l’acqua in ogni momento con qualsiasi mezzo a disposizione può realmente regalarci momenti inimitabili con il nostro “io” più nascosto

MILANO - L'idea a cui sta lavorando Ulay, e che segna il suo ritorno al centro della ribalta, verte attorno all'acqua: "E' uno dei quattro elementi primari secondo la filosofia greca", dice, ma oggi le risorse sono drammaticamente a rischio. Ulay precisa che il suo non è un approccio né ambientalista né politico, ma prettamente artistico, il suo intento è semplicemente quello di mostrare la bellezza dell'acqua, in tutte le sue forme.

L’ARTISTA - FrankUwe Laysiepen, in arte Ulay, nato il 30 novembre 1943 a Solingen,  in Germania è un artista degli ultimi anni '60 e '70. In tutte le sue opere il contenuto centrale è il rapporto tra corpo, spazio e società. Durante la sua vita ha viaggiato in diversi paesi e collaborato con artisti locali, tra gli altri i Paesi Bassi, Australia centrale, Cina, Germania e Stati Uniti. Dal 1976 al 1989 ha collaborato con Marina Abramović. Le prestazioni di questo periodo sono le più note del lavoro di Ulay. Il suo sodalizio umano e artistico con Marina Abramovic ha costituito uno dei capisaldi dell'avanguardia europea. I due praticavano la body art: tra cui automutilazione, immobilità, corpi sospesi nello spazio.

LA FOTOGRAFIA - Grazie alla sua formazione come fotografo, ha documentato le sue performance costantemente. Uno dei suoi mezzi di comunicazione preferiti era ed è ancora la Polaroid. Dopo 5 anni come professore di prestazioni e media art alla Staatliche Hochschule für Gestaltung di Karlsruhe (1999-2004) in Germania è tornato ad Amsterdam, ma viaggia ancora in giro per il mondo. All'inizio il suo progetto aveva il nome "Artists for water- water to all". In seguito ha  pensato di creare una piattaforma su cui riversare immagini, registrazioni sonore e testi. Per farlo basta un telefonino: oggi, anche negli angoli più remoti del pianeta, tutti hanno in tasca un apparecchio multimediale in miniatura. Così ha cominciato a chiamare il progetto "Waterphonie” da acqua e telefonia. Dopo lunghe discussioni ha capito però che molti artisti prediligono congegni tecnici sofisticatissimi  e resisterebbero all'idea di trasferirle su un mezzo primitivo come il cellulare.  Accantonata l'idea di limitarsi a immagini prodotte con telefonini, il nuovo progetto è un sito Web (www.earthwatercatalogue.org; che esiste già, ma in forma ancora embrionale) a cui ogni partecipante potrà contribuire con prodotti di vario grado di sofisticazione tecnologica.

WATERTOALL - In un'intervista del2011, ha dichiarato: "Di recente ho deciso che ogni volta che incontro qualcuno mi presento come “Acqua”. Pensate a questo: i nostri cervelli sono costituiti per circa il 90%di acqua, il nostro corpo circa il 68%. Messa in questi termini, le persone si incuriosiscono e da lì nasce poi una conversazione che crea consapevolezza su questa preziosa risorsa  Dopo sette anni di studio, preparazione e ricerche su sorgenti, ghiacciai e nuvole, il progetto è pronto. Nome e modalità hanno avuto varie mutazioni, ma l'idea centrale è quella di un lavoro collettivo, in cui coinvolgere artisti di ogni disciplina e provenienza geografica.

aggiornato il 23 gennaio 2012