In Africa oltre 17 milioni di donne e ragazze raccolgono acqua ogni giorno

In Africa oltre 17 milioni di donne e ragazze raccolgono acqua ogni giorno

Un rapporto Unicef spiega che questo semplice gesto può portare anche a rischi per la salute: danni ai muscoli e malattie legate all’acqua

MILANO – Partendo da alcuni dati della Banca Mondiale, la U.N. children's agency UNICEF insieme alla U.S. Agency for International Development hanno pubblicato uno studio che dimostra i rischi per la salute e la sicurezza di milioni tra donne e bambine che ogni giorno in Africa percorrono chilometri per portare a casa acqua pulita. Esattamente ben 17 milioni. La notizia è apparsa qualche giorno fa sulla Thomson Reuters Foundation.

Donne e bambine a rischio

Jay Graham, autore principale dello studio e professore presso la Milken Institute School of Public Health di Washington, ha dichiarato: “Sapevo che il numero era enorme ma non mi aspettavo in questa entità. Il numero assoluto riguarda 3 milioni tra bambini e bambine e 14 milioni di donne adulte che ogni giorno nell’Africa sub-sahariana raccolgono acqua”. La pratica quotidiana provoca danni muscolo-scheletrici, danni ai tessuti molli e può portare ad artriti precoci, ha detto l’esperto. Bisogna poi fare i conti con le malattie legate all’acqua, come la schistosomiasi, un'infezione causata da vermi parassiti che vivono in acqua dolce.

La domanda d’acqua in aumento

Le stime parlano di un incremento considerevole della domanda d’acqua entro il 2050, dal momento che la popolazione mondiale dovrebbe sfondare quota 9 miliardi. Poiché i cambiamenti climatici stanno mettendo in ginocchio i Paesi già sofferenti, la situazione potrebbe diventare sempre più dura per la vita rurale e le economie africane. Ma questo problema non è l’unico a dover essere risolto: lo studio dimostra anche la profonda disparità di genere e di condizioni lavorative delle donne. Ecco perché, anche su questo fronte, occorre svolgere una battaglia culturale importante per ridare dignità alle donne.

di Alessandro Conte

10 giugno 2016

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