ADELAIDE (Australia) – Probabilmente sarà capitato a ciascuno di bere, volontariamente o accidentalmente qualche goccia di acqua piovana durante un acquazzone estivo. Secondo una ricerca effettuata dalla professoressa Karin Leder del Dipartimento di Epidemiologia e Medicina Preventiva dell’Università di Monash e dalla sua équipe, in collaborazione con la Water Quality Research Australia, a condizionare la salubrità dell’acqua è la qualità dell’aria e le norme igieniche relative alle sue modalità di raccolta.

Lo studio

“Si tratta del primo studio sugli effetti del consumo di acqua piovana sulla salute pubblica delle persone”, ha affermato con soddisfazione la professoressa Leder. I ricercatori hanno monitorato per un periodo di 12 mesi lo stato di salute di 300 famiglie della città di Adelaide in Australia, selezionata tra le metropoli del continente perché dispone del più alto utilizzo di serbatoi contenenti acqua piovana. Ad alcune di esse è stato distribuito un filtro reale per il trattamento dell’acqua, ad altre invece è stato consegnato un filtro soltanto apparente. Pertanto la metà di queste famiglie ha bevuto per un anno e a sua insaputa acqua piovana senza alcun tipo di filtraggio.

I risultati

Al termine dei dodici mesi, la professoressa Leder e i suoi colleghi hanno avuto modo di constatare che il tasso d’incidenza di patologie gastrointestinali tra coloro che avevano bevuto acqua filtrata e quelli che invece avevano bevuto acqua piovana era molto simile. Pur precisando che tali risultati non siano estensibili a ogni zona e metropoli del mondo, i docenti dell’università australiana hanno però voluto incoraggiare i loro conterranei a “un uso prolungato dell’acqua piovana principalmente per scopi domestici, soprattutto nell’attuale periodo di siccità”.

di Salvatore Galeone

21 giugno 2018

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