Correnti marine: ecco come si formano – In a Bottle

Come si formano le correnti marine?

Dagli oceani alle spiagge, ecco il percorso dell’acqua trascinata dalle correnti marine

MILANO – L’estate è ormai alle porte e saranno in molti a cercare un po’ di refrigerio nelle località di lago o di mare. Probabilmente, però, non tutti coloro che nei prossimi week end si recheranno nelle spiagge o nei lidi italiani si sono mai chiesti come si forma una corrente marina o che fine facciano le onde che si infrangono lungo la battigia. Miriam Frankel, science editor per il sito The Conversation, ha voluto rispondere, all’interno della sua rubrica, al quesito posto da una giovane lettrice britannica.  

Dagli oceani alle spiagge

Le correnti possono formarsi in laghi, fiumi e oceani per svariati motivi. Alcune correnti oceaniche sono molto estese, e la più grande – chiamata Grande Nastro Trasportare o Circolazione Termoalina – è in grado di spostare l’acqua molto lentamente in tutto il mondo. Infatti, passando attraverso il Grande Nastro Trasportatore, l’acqua impiega circa 1.000 anni per muoversi attorno l’interno Pianeta. Ed è  proprio per la lentezza con cui queste correnti si spostano che non è possibile notarle durante una semplice nuotata in mare, si possono bensì percepire altri tipi di correnti. Quando le onde dell’oceano giungono a riva diventano bianche in cima e si infrangono sulla sabbia provocando il cosiddetto fenomeno delle onde frangenti. Nuotare o surfare sulle onde che si infrangono può essere molto divertente, ma bisogna sempre ricordare che queste causano la formazione di correnti. Inoltre, l’acqua contenuta nelle onde che si infrangono a riva viene spinta contro il bagnasciuga. A questo punto, l’acqua deve trovare un modo per tornare in mare, altrimenti il suo livello continuerebbe a crescere sulla spiaggia all’infinito.

Il ritorno in mare

Naturalmente, l’acqua non può fare ritorno in mare proprio sotto la superficie, perché è esattamente in quel punto che le onde la spingono, in senso contrario, contro il bagnasciuga. Quindi, per facilitare il processo di ritorno dell’acqua, si formano due diversi tipi di correnti. Una di queste è chiamata “risacca”, e si forma al di sotto dell’onda frangente e trascina l’acqua verso il mare attraverso il fondale sabbioso, dal punto in cui le onde si infrangono. Nonostante la risacca permetta a parte dell’acqua di far ritorno in mare, solitamente questa corrente non è molto forte. Per questo, buona parte del lavoro deve essere svolto da un altro tipo di corrente, chiamata “corrente di ritorno”. Quest’ultima è una tipologia di corrente molto più forte che si muove direttamente verso il mare. Esse si formano soltanto in prossimità di alcuni “punti deboli” della battigia dove le onde non si infrangono mai e l’acqua è un po’ più profonda. In questo modo, diventa più facile per l’acqua fare il suo ritorno verso il mare. Ma come funziona? Dopo che l’acqua viene trascinata sulla riva dalle onde frangenti, essa non cambia direzione per tornare direttamente in mare, ma si muove trasversalmente lungo la battigia, formando una corrente conosciuta come corrente di alimentazione. Non appena trova un punto debole in cui le onde non si infrangono, l’acqua inizia a scorrere verso il mare in una corrente di ritorno.

Come riconoscere le correnti

E’ molto facile riconoscere una corrente di ritorno quando ci si trova in spiaggia poiché questa è molto più forte della risacca, tanto da poter trascinare le persone in mare. Quando ci sono molte onde che si infrangono sul bagnasciuga, sembrerebbe più allettante nuotare in punti in cui l’acqua appare più calma. Ma, come sappiamo, le correnti di ritorno si formano nei punti in cui le onde non si infrangono, quindi, in realtà, le aree che sembrano più calme sono le più pericolose in cui nuotare. Inoltre, le correnti di ritorno lasciano, a volte, un altro segno rivelatore: dal momento che sono molto forti, agitano la sabbia presente sul fondale facendo diventare l’acqua marrone e torbida.

di Michael Dones

Source: Adobe Stock

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