“Sogno americano”, entro il 2050 saranno 139 i Paesi al 100% rinnovabili

“Sogno americano”, entro il 2050 saranno 139 i Paesi al 100% rinnovabili

Secondo i ricercatori Jacobson e Delucchi una società alimentata con il 100% di energie rinnovabili sarebbe una missione alla portata di tutti

MILANO – Un sogno, un’idea, forse una possibilità. Quello di vedere la nostra società alimentata con il 100% di energie rinnovabili non è riservato agli Stati piccoli o tecnologicamente avanzati, ma è alla portata di tutti. Ne sono convinti Mark Jacobson e Mark Delucchi, due ricercatori dell'università di Stanford, che hanno fatto i conti in tasca ad ogni singolo paese per trovare il mix di energie più giusto da presentare alla prossima conferenza Cop 21 a Parigi. Per raggiungere l'obiettivo “100percent” i paesi globalmente dovrebbero ricavare il 19,4% dell'energia dall'eolico, il 12,9% dall'eolico offshore, il 42,2% dal fotovoltaico, il 5,6% da tetti solari, il 7,7% dal solare a concentrazione, il 4,8% dall'idroelettrico e l'1,47% da geotermico, onde e maree.

La ricetta per l’Italia

La “ricetta” per l'Italia invece prevede un forte apporto dal fotovoltaico, oltre il 65%, e dell'eolico intorno all'11%. Con questo schema si guadagnerebbero in tutto il mondo, 22 milioni di posti di lavoro, al netto di quelli persi nel campo dei combustibili fossili, evitando dai 3,3 ai 4,6 milioni di morti premature a causa dell'inquinamento. Questo sistema renderebbe inoltre non necessario qualunque accordo sulle emissioni, mandando in pensione anche le centrali nucleari: “Spesso le persone non sanno cosa sarebbe possibile ottenere – spiega Mark Jacobson -,  ma questi sono numeri che catturano l'attenzione”. I ricercatori hanno anche calcolato quanto ogni paese è vicino alla meta. Allo stato attuale è la Norvegia quello che si avvicina di più, con un 67% di rinnovabili, seguito dal Paraguay, l'unico altro sopra il 50%. L'Italia è al ventisettesimo posto, mentre in fondo alla classifica ci sono 'superpotenze' dei combustibili fossili come Oman e Qatar, Singapore e, all'ultimo posto con lo 0%, Trinidad e Tobago.

Il “Solution Project”

Per ovviare al problema della discontinuità delle fonti come l'eolico o il solare, sottolineano i ricercatori che stanno per pubblicare su Pnas i risultati per gli Usa, invece di usare degli accumulatori che fanno aumentare il prezzo, è meglio puntare su un mix intelligente, in modo che una fonte possa sopperire alle mancanze delle altre. Il “Solution Project” elaborato dai ricercatori ha convinto diversi noti filantropi, che hanno assicurato il supporto alla causa, dalla fondazione di Elon Musk a quella di Leonardo Di Caprio.

di Redazione

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