Anna Meda e Storie Sfuse: perchè la condivisione è essenziale nella sostenibilità

Anna Meda e Storie Sfuse: perchè la condivisione è essenziale nella sostenibilità

Formazione nelle scuole e tips pratici su Instagram: così la green influencer aiuta chi si vuole approcciare a uno stile di vita più sostenibile

MILANO – Dal design alla sostenibilità, Anna Meda dopo un inizio come consulente ha virato i suoi interessi e la sua professione verso le tematiche ambientali. Nel farlo, ha documentato il suo percorso in un profilo Instagram, Storie Sfuse, che conta più di 20mila follower, in cui accoglie e accompagna chi vuole intraprendere uno stile di vita più eco-compatibile. Tra formazione in aula e pillole via social, Anna crede nel potere della condivisione per generare consapevolezza circa le tematiche ambientali. Per saperne di più, le abbiamo chiesto direttamente di raccontarci la sua storia.

Ciao Anna, parlaci te, di cosa ti occupi nella vita e come si inserisce la tua passione per la sostenibilità.

Mi sono laureata in Design di prodotto e servizi. Durante il mio percorso universitario mi sono avvicinata alla sostenbilità perchè, studiando a Shangai, ho lavorato in un’azienda specializzata in servizi e campagne di sensibilizzazione sull’economia circolare e tematiche ambientali. Tornata in Italia, parlando con le mie amiche di quanto avevo imparato in questa esperienza, scopro che la sostenibilità era diventato un interesse comune a tutte.

Così io, Anna Milani, Milena e Marica Maifredi nel 2019 abbiamo dato vita a Storie Sfuse, con l’obiettivo di condividere il nostro percorso di consapevolezza. È sempre stato un progetto che occupava il nostro tempo libero, io lavoravo come consulente d’innovazione, ma dopo un po’ ho maturato la consapevolezza che i miei interessi si identificavano più nella sostenibilità ambientale e nella formazione. La naturale conseguenza è stata rassegnare le dimissioni e aprire partita Iva per inseguire questo sogno.

Per insegnare la sostenibilità ho dovuto io stessa rimettermi a studiare: nell’ultimo anno ho concluso due master in Strategia e gestione della sostenibilità e Fashion and sustainability management, più svariati corsi online. Adesso sto collaborando con due enti di formazione ma, in futuro, vorrei lavorare a un corso legato a sostenibilità e settore tessile e fare consulenza per le aziende nella progettazione del prodotto per rendere le filiere più attente all’ambiente in ogni loro parte.

E Storie Sfuse come si inserisce nella tua carriera lavorativa?

Nel 2021, per sopraggiunti impegni delle mie amiche, ho iniziato a gestire il profilo da sola. La mia carriera è tutta in divenire ma per ora vorrei che Storie Sfuse rimanesse un canale di condivisione di ciò che imparo e scopro quotidianamente. Non ritengo che Instagram sia il luogo e il mezzo più idonei per fare formazione, però rimane uno strumento prezioso per sensibilizzare e dare consigli pratici su come approcciarsi a uno stile di vita più sostenibile.

La gestione di un profilo social è ormai un lavoro, quale strategia/processo creativo c’è dietro la pubblicazione di un post?

Cerco di avere un piano editoriale in cui privilegio i temi che so gestire meglio (ricette, fai-da-te, esperienze, gite). L’obiettivo è quello di trattare certi argomenti nel modo più semplice possibile da seguire e da capire, il mio sforzo maggiore concerne sintesi e semplicità.

Ho notato che il mio pubblico è interessato, conosce il tema e l’urgenza, ma spesso non sa come agire proattivamente per rendere ogni gesto quotidiano più sostenibile. Mediamente, sono persone all’inizio di un percorso di cambiamento, sono spaesate, e per questo privilegio contentuti molto pratici, come il fai-da-te. Presto molta attenzione al non giudicare e al non pretendere che vengano compiute certe azioni o certe rinunce a cui le persone non sono ancora pronte. Ognuno ha i propri limiti e quello della sostenibilità ambientale è un tema ampio e complesso. Cerco di lasciare spazio ad un confronto molto aperto e di infondere coraggio e comprensione: solo così si può arrivare serenamente a un cambiamento consapevole e duraturo.

In conclusione, quali sono stati in sintesi i cambiamenti che hai attuato per avvicinarti ad uno stile di vita meno impattante?

Sicuramente ho cambiato alimentazione, che ora è quasi esclusivamente vegetale, e poi ho cercato di approcciarmi al consumo in modo diverso. Adesso mi chiedo, prima di tutto, se quell’oggetto mi serve davvero, se è un mio bisogno, e ho imparato a fare a meno di tante cose che avrei comprato solo per sfizio. Ho imparato che devo fare ordine anche nell’ambiente in cui vivo per avere una serenità mentale. Less is more, sia per me che per il Pianeta.

Evelyn Novello

READ MORE