Teresa Agovino, l’ingegnere ambientale che racconta la sostenibilità sui social

Teresa Agovino, l’ingegnere ambientale che racconta la sostenibilità sui social

Con il format “Green Corner” la green influencer su Instagram rende fruibili a tutti i temi più complessi legati all’ambiente

MILANO – Oggi imprenditrice e divulgatrice di temi legati alla sostenibilità, Teresa Agovino ha un passato da cooperante come ingegnere ambientale. La sua vocazione è nata nel Sud del mondo, il suo sogno è contribuire alla creazione di un turismo sostenibile, “in punta di piedi”, con la sua start-up “Faroo”. Con il format “Green Corner” racconta la sostenibilità su Instagram, cercando di rendere fruibili a tutti i temi più complessi legati alla sostenibilità.

Ciao Teresa, parlaci un po’ di te e di come è nata la tua passione per la sostenibilità.

In termini professionali, nasco come ingegnere ambientale. Però sin dal principio mi sono dedicata alla cooperazione internazionale e sono partita per il Sud del mondo, portando avanti una serie di progetti.

Ho iniziato con un progetto in Tanzania sulla gestione delle acque e potabilizzazione e poi da lì ho lavorato con altre ONG e associazioni locali in varie altri Paesi, tra cui Perù, Ecuador, Thailandia, Laos, occupandomi di gestione delle acque, gestione dei rifiuti e efficientamento energetico.

Lavorando in quei Paesi mi sono resa conto dell’impatto del turismo sull’ambiente e le comunità locali.

Ho poi cominciato un percorso di specializzazione con le Nazioni Unite come certificatore  della sostenibilità degli operatori turistici.

Poco prima della pandemia sono tornata a casa e ho creato la mia start-up di turismo sostenibile, “Faroo”, con la quale organizziamo dei viaggi di team building per aziende, legate al mondo della sostenibilità.

Attraverso il format Green Corner racconto la sostenibilità in 60 secondi, con l'idea di semplificare tematiche complesse.

Hai parlato di turismo sostenibile. Che cos’è il turismo sostenibile per te?

Io dico sempre che il turismo sostenibile è un turismo “in punta di piedi”, nel senso che è un turismo che genera quanto meno impatto possibile sia sull'ambiente che sulle comunità locali. Ha l'obiettivo di mantenersi un po’ in equilibrio tra le tre diverse componenti: sociale, economica e ambientale.

Abbiamo parlato anche della start-up Faroo: hai voglia di spiegarci meglio di cosa si tratta?

Lavoriamo come un tour operator B2B, organizziamo dei viaggi con attività di team-building sui temi della sostenibilità per aziende.

L’obiettivo è anche permettere alle aziende di supportare, in maniera indiretta, gli operatori turistici locali, le strutture ricettive e i servizi che propongono un turismo sostenibile.

Abbiamo creato una standard di misurazione del livello di sostenibilità delle aziende turistiche. Si tratta di una certificazione gratuita per gli operatori che ci è stata riconosciuta dalle Nazioni Unite.

Hai preso parte a numerosi progetti in giro per il mondo. Quali Paesi ti porti nel cuore?

Questa è una domanda difficilissima, perché in realtà porto nel cuore un po’ tutti i progetti, per ragioni e per incontri diversi.

Forse uno dei progetti più emblematici per me in termini personali e professionali è stato quello in Tanzania. Oltre ad essere stato il primo, è stato anche quello che mi ha permesso di comprendere un po’ la mia missione e di capire il motivo per cui fossi sulla Terra. Lì c'è stato un incontro con un capovillaggio, di un villaggio molto remoto, che mi ha permesso di comprendere esattamente quanto le mie competenze potessero generare veramente un reale impatto sulla comunità locale.

Quali consigli daresti ai nostri lettori per essere turisti più attenti e in punta dei piedi?

Accrescere la consapevolezza, fare in modo di informare sempre più persone sull'impatto del turismo e mostrare degli esempi di turismo virtuoso è una delle strade che ritengo più vincenti.

Come singolo, ognuno di noi può agire su alcuni degli aspetti del turismo ma non su tutti. Si può ridurre il quantitativo di acqua utilizzata, oppure riempire meno la valigia per non andare ad impattare sui mezzi di trasporto, o ancora utilizzare dei prodotti solidi e senza packaging plastico. Chiaramente, sono tutta una serie di attività dal punto di vista ambientale che il singolo può mettere in pratica.

Inoltre, è importante scegliere in maniera attenta la struttura turistica, la meta e gli operatori turistici. Supportare tutta una serie di attività etiche con la popolazione locale e con gli animali vuol dire evitare di sfruttare le risorse umane e le biodiversità.

Di Elena Parodi

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