La zona RAMOGE, il litorale ricco di biodiversità tra Francia e Italia

Pubblicati di recente i risultati della campagna oceanica internazionale RAMOGE in Mar Ligure

MILANO - Uno spazio pilota di prevenzione e lotta contro l’inquinamento dell’ambiente marino. È questa la zona RAMOGE che comprende le zone marittime della Regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra, del Principato di Monaco e della Regione Liguria. L'Accordo RAMOGE costituisce uno strumento di cooperazione scientifica, tecnica, giuridica e amministrativa con cui i governi francese, monegasco e italiano mettono in atto delle azioni di gestione integrata del litorale.

La Campagna oceanografica

Nell’estate 2018, i protagonisti dell’accordo hanno organizzato una Campagna oceanografica internazionale per lo studio di canyon e monti sottomarini del Mar Ligure nelle acque di Francia, Principato di Monaco e Italia, sotto il coordinamento, per parte italiana, dell’ISPRA. L’Accordo internazionale ha consentito di disporre di strumentazioni uniche per consentire lo studio di fondali ancora quasi sconosciuti, anche se siti davanti alle nostre coste: la nave oceanografica francese “L’Atalante”. Questa nave infatti è dotata di sistemi multibeam che permettono realizzazione di cartografie di dettaglio dei fondali, anche se estremamente profondi, e il ROV “Victor 6000” dell’Ifremer, robot filoguidato in grado di scendere sino a ben 6000 m di profondità.

La scoperta dei siti da tutelare

La campagna oceanografica internazionale RAMOGE è stata progettata proprio per disporre degli elementi conoscitivi necessari a promuovere nuove misure di conservazione e per rispondere a quanto previsto dalle principali Direttive europee, come la Direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino e la Direttiva Habitat. Ha permesso, inoltre, lo studio di sette siti di particolare interesse ecologico, zone profonde poco conosciute e, ancora in gran parte, inesplorate, scelte proprio per approfondirne le conoscenze sugli habitat e le specie presenti, e per raccogliere dati sulla potenziale presenza dell’impatto delle attività umane, con particolare attenzione all’accumulo di rifiuti.

I monti sottomarini italiani

Nello specifico, nelle acque italiane sono stati studiati i 2 monti sottomarini “Ulisse” e “Janua” e lo sperone roccioso profondo “Spinola”, tutti siti tra la Liguria e la Corsica, con l’obiettivo principale, da parte dell’Italia, di acquisire informazioni di carattere biologico e sulla presenza di rifiuti in ambienti molto profondi, al fine di proteggere l’ambiente marino anche con l’istituzione di nuove aree protette marine profonde e per una migliore regolamentazione delle attività umane.

La campagna ha consentito di raccogliere informazioni veramente nuove ed avere la conferma dell’estrema importanza biologica ed ambientale dei siti studiati. Ha inoltre permesso di consolidare la collaborazione internazionale tra i ricercatori dei tre Paesi firmatari, costituendo un esempio concreto di cooperazione coordinata tra paesi transfrontalieri per favorire l’identificazione di soluzioni condivise utili alla conservazione della biodiversità e per la lotta all’inquinamento.

Altre informazioni

Per disporre di una visione d’insieme dei monti sottomarini al momento conosciuti in Mediterraneo si può fare riferimento al volume in inglese “Atlas of the Mediterranean Seamounts and Seamount-like Structures scaricabile sul sito IUCN. Il volume (anche in italiano) di presentazione dei risultati della campagna oceanografica 2018 dell’Accordo internazionale RAMOGE può essere scaricato dal sito dell’Accordo.

Di Salvatore Galeone