Il buco dell’ozono torna a ingrandirsi in Antartide

Il buco dell’ozono torna a ingrandirsi in Antartide

I dati del Copernicus Atmosphere Monitoring Service mostrano che i cambiamenti nell’ozono atmosferico sopra al Polo sud continuano a essere molto variabili

MILANO – Il buco dell’ozono sopra l’Antartide ha raggiunto quest’anno la sua massima estensione. Al punto che, intorno ai 20-25 km di altitudine, le concentrazioni di ozono stratosferico si sono ridotte a valori prossimi allo zero. A darne la notizia è il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio raggio attraverso i dati raccolti dal Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS).

Il buco dell’Ozono in Antartide

"Il buco dell'ozono rilevato recentemente in Antartide rappresenta uno dei più grandi e profondi degli ultimi anni", si legge sul sito che sottolinea come sia "cresciuto rapidamente da metà agosto" e abbia "raggiunto il picco di circa 24 milioni di chilometri quadrati all'inizio di ottobre". Ora il buco sopra l’Antartide copre 23 milioni di chilometri quadrati, sopra la media dell'ultimo decennio, e si estende su gran parte del continente antartico. 

 I vortici polari

Durante l’inverno si formano giganti “vortici polari” in Artide e Antartide. All’interno di queste aree di bassa pressione possono accumularsi sostanze contenenti cloro e bromo in grado di causare una riduzione significativa dell’ozono atmosferico. Con l’aumento della temperatura e della luce questi elementi, inattivi durante i mesi bui e freddi, tornano “liberi”, distruggendo rapidamente le molecole di ozono e causando la formazione del buco.

"Il modo in cui si sviluppano cambiamenti nel buco dell'ozono ogni anno è molto variabile - afferma Vincent-Henry Peuch, direttore del CAMS - Con i raggi del sole che sono tornati verso il polo sud nelle ultime settimane, abbiamo assistito a una continua riduzione dell'ozono nell'area”. Dopo il buco dell'ozono insolitamente piccolo e di breve durata nel 2019, favorito da condizioni meteorologiche speciali, gli scienziati stanno registrando uno piuttosto grande anche quest'anno. “Ciò conferma – conclude Peuch - che dobbiamo continuare ad applicare il protocollo di Montreal che vieta le emissioni di sostanze chimiche che riducono lo strato di ozono".

Di Rossella Digiacomo

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