L’economia circolare spiegata attraverso il Butterfly Diagram

L’economia circolare spiegata attraverso il Butterfly Diagram

La Ellen MacArthur Foundation ha sviluppato un modello in grado di fornire una spiegazione, teorica e pratica, di come dovrebbe funzionare l’economia circolare.

MILANO – In un contesto di crescente sensibilità nei confronti di tutto quello che ruota attorno al concetto di sostenibilità, oggi più che mai diventa necessario ricercare soluzioni che possano essere applicabili ed efficaci. Proteggere il Pianeta e la sua biodiversità significa anche implementare nuovi metodi di produzione e consumo, in grado di ottimizzare l’utilizzo delle risorse, spesso e volentieri anche attraverso il riutilizzo delle stesse. Di fondamentale importanza in questo percorso risulta essere il crescente impegno verso una maggiore consapevolezza, dei produttori ma anche dei consumatori, nei confronti di tutto quello che può essere rimesso in gioco, anche sotto forme diverse. Appare così necessario introdurre il concetto di economia circolare – ambito in cui ormai molti paesi, tra cui l’Italia, stanno facendo ingenti investimenti.

Il Butterfly Diagram: come funziona? 

La Ellen MacArthur Foundation, un’organizzazione leader a livello globale fondata nel 2010 per la promozione e lo sviluppo dell’economia circolare, ha sviluppatO il Butterfly Diagram, un modello per spiegare come dovrebbe essere il flusso dei materiali nei sistemi produttivi affinché venga implementato un utilizzo efficiente delle risorse.

Il sistema di produzione viene suddiviso in due cicli, separati ma interdipendenti:

  • nel ciclo tecnico le risorse e i prodotti sono mantenuti in circolazione attraverso i processi di riciclaggio, riutilizzo, riparazione e rifabbricazione. Il percorso, dai cerchi interni a quelli più esterni, mostra una progressiva perdita di valore del prodotto, fino ad arrivare al processo di riciclaggio, fase in cui il valore si riduce alle componenti di base;
  • nel ciclo biologico, i nutrienti dei materiali biodegradabili vengono restituiti alla Terra e, attraverso un processo di rigenerazione, vengono implementate una serie di attività che limitano i danni all’ambiente e cercano attivamente di migliorarlo. Questo ciclo riguarda principalmente i prodotti che vengono consumati, come il cibo, ma anche il cotone e il legno, che dal ciclo tecnico passano a quello biologico una volta che si sono degradati così tanto da non poter essere più impiegati diversamente.

Lo stato dell’economia circolare in Italia e in Europa 

Il Circular Economy Network, creato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, definisce l’economia circolare come un “nuovo modello di economia cui tendere: un’economia circolare che imiti i cicli naturali trasformando gli scarti; in cui i prodotti sono progettati per essere riutilizzati, rigenerati e riciclati”. L’importanza dell’implementazione di un processo di riutilizzo e riciclo dei materiali ha le proprie radici in un dato di non poca rilevanza: come riportato dall’UN Environment Programme, dal 1970 l’uso dei materiali è triplicato, passando da 27 miliardi di tonnellate a 98 nel 2018.

I dati pubblicati Circular Economy Network nel 2022 evidenziano le performance in termini di circolarità di alcuni Paesi europei, tra cui l’Italia. La riduzione registrata in Europa dell’uso di materie prime negli ultimi anni viene affiancata da una riduzione in Italia ancora più rilevante, pari al 36%. L’Italia presenta buoni risultati anche nell’ambito della produttività delle risorse, con un aumento medio del 42% rispetto al 17% europeo. E ancora: negli ultimi anni l’Italia è arrivata a riciclare il 68% dei rifiuti, quasi il doppio della media europea.

In generale, il nostro Pease si posiziona in cima alla classifica della circolarità, con un punteggio simile a quello della Francia, calcolato sulla base di alcuni parametri specifici:

  • il tasso di riciclo complessivo dei rifiuti, urbani e speciali; i
  • il tasso di utilizzo di materia proveniente dal riciclo;
  • la produttività delle risorse;
  • il rapporto fra la produzione dei rifiuti e il consumo di materiali;
  • la quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo totale lordo di energia;
  • la riparazione;
  • il consumo di suolo.

 

Di Elena Parodi

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