Gli effetti dei cambiamenti climatici sui Caraibi

Gli effetti dei cambiamenti climatici sui Caraibi

Quali sono gli effetti dei cambiamenti climatici avvenuti nei Caraibi e le iniziative per prevenire i danni del riscaldamento globale.

MILANO – Presso le coste atlantiche dell'America Centrale e degli atolli dei Caraibi si concentrano diversi rischi climatici e geologici che possono mettere a repentaglio la biodiversità di questo territorio. Lo rileva un gruppo di ricercatori e di scienziati spagnoli, studiosi della biogeografia e della geologia marina. Secondo i loro rilevamenti, la stagione dei cicloni del 2020 nell'Atlantico del nord ha chiuso con 30 grandi tempeste rispetto alla media annuale di 18, con venti oltre i 250 km/h. Secondo i ricercatori ciò è dovuto ai drastici cambiamenti avvenuti negli ultimi vent'anni presso le coste caraibiche.

Gli effetti del cambiamento climatico sui Caraibi e non solo

Il cambiamento climatico in atto presso le coste atlantiche dell'America Centrale e degli atolli dei Caraibi sta provocando nuovi fenomeni naturali che stanno agendo con violenza e con una cadenza sempre più ravvicinata. Si sta assistendo ad una alterazione del sistema di difesa naturale, come i boschi di palme che frenano i venti grazie alle foglie; bruciano per la salsedine i fitti cespugli di mangrovie che sono l'habitat per centinaia di specie di pesci e molluschi; si corrodono, per l'impatto delle onde, le barriere coralline e le scogliere sottomarine che proteggono le coste dal mare, innalzato per effetto del calore che scioglie i grandi ghiacciai dei Poli.

Caraibi, un laboratorio naturale sul riscaldamento globale

"In nessun altro posto al mondo si concentrano tanti rischi climatici e geologici in un punto caldo per la biodiversità che inoltre è esposto a forti arsure e pressioni come il turismo di massa - osserva Rosa Maria Román-Cuesta, climatologa ed esperta di biodiversità dell'Università di Wageningen, Olanda, intervistata da El País -  Questa regione è un laboratorio naturale sul riscaldamento globale. Il Centroamerica e i Caraibi rappresentano il luogo ideale per capire come l'aumento nella frequenza degli eventi estremi possa colpire la resilienza degli ecosistemi e della società."

Il progetto Coresam per studiare le conseguenze dei cambiamenti climatici

Per questo, grazie all'iniziativa di un gruppo di ricercatori messicani e spagnoli in collaborazione con partner internazionali come la NASA, è nato il progetto Corescam. Esso avrà un approccio diverso nell'analisi dell’impatto dei fenomeni naturali estremi sugli ecosistemi costieri della regione. Il progetto Corescam si baserà su database raccolti nel corso di decenni in modo indipendente dai suoi partner, per stimare la resilienza degli ecosistemi, cioè la loro capacità di recuperare e tornare a offrire servizi come la protezione delle coste e la fornitura di cibo. Lo studio sta esplorando il passato per comprendere il presente e, in ultima analisi, predire il futuro. L’obiettivo finale è quello di supportare i governi nel migliorare i loro piani di gestione del rischio e guidarli nella creazione di aree marine e terrestri protette.

L’importanza di preservare gli ecosistemi

Analizzare le trasformazioni dovute a uragani e tempeste tropicali del tutto anomale per intensità e frequenza è utile per salvaguardare settori economici essenziali come la pesca, l’agricoltura e il turismo, e per conservare meraviglie naturali come i 1000 km sottomarini di barriera corallina dei Caraibi, secondi al mondo. Tutelare questa regione significa preservare i servizi che gli ecosistemi caraibici offrono al mondo gratuitamente, come il carbone azzurro nel sottosuolo marino e tra le terre. "Gli ecosistemi costieri e marittimi sono vitali per ridurre i rischi associati al riscaldamento globale, ma i piani di recupero economico, finanziati dai grandi donatori spesso trascurano la conservazione e il ripristino di queste infrastrutture naturali", afferma Román-Cuesta.

Di Salvatore Galeone

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