L’Italia in pole position nel progetto della nuova Banca Europea dello Sviluppo Sostenibile

L’Italia in pole position nel progetto della nuova Banca Europea dello Sviluppo Sostenibile

In vista della riorganizzazione post Brexit e post Covid-19 delle istituzioni bancarie comunitarie, da Trieste arriva la candidatura per ospitarne la sede

MILANO – L'Unione Europea continua a sostenere l'azione per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici. L'UE, i suoi Stati membri (compreso il Regno Unito) e la Banca europea per gli investimenti costituiscono insieme il principale fornitore di finanziamenti pubblici per il clima. Così, ad appena pochi mesi dalla Brexit, si sta delineando un nuovo corso del settore bancario comunitario.

Una nuova organizzazione

L’idea del “restyling” della BCE, o di alcune sue diramazioni, era stato già affrontato nelle sedi istituzionali. Il 5 dicembre 2019 il Consiglio Ue, infatti, aveva affermato la necessità di arrivare a un’architettura bancaria autenticamente fresca, nuova e capace di reagire con la necessaria prontezza al clima emergenziale che caratterizzerà i prossimi decenni che, secondo gli esperti, saranno caratterizzati da pandemie, crisi migratorie e il progressivo erodersi delle risorse naturali.

Propositi, questi dell’Unione Europea, che oggi, a seguito della pandemia di Covid-19, hanno subito una forte accelerazione. Il Consiglio Europeo, infatti, negli scorsi mesi aveva invitato i propri organi preparatori a monitorare i progressi compiuti e gli Stati membri a fornire nuove idee per definire la via da seguire per rafforzare l’architettura finanziaria europea per lo sviluppo entro la fine 2020-inizio 2021. In questo quadro si sono poi inseriti i progetti lanciati dalla nuova Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, tra cui figurano il riposizionamento della Banca europea per gli investimenti (BEI) e quello della Banca europea per la ricostruzione e sviluppo (BERS).

Un ruolo importante in ambito bancario per l’Italia

La Banca Centrale Europea (BCE), ad esempio, ha sede a Francoforte, mentre la Banca Europea per gli Investimenti (BEI) ha sede in Lussemburgo. La Banca Europea per la Ricostruzione e Sviluppo (BERS), invece, ha sede a Londra. E dunque, considerata la mancanza di rappresentazione per l’Italia all’interno di organismi di cui il nostro Paese è uno dei principali azionisti, è quasi naturale che arrivino candidature per ospitare la sede di quella che dovrà essere la nuova Banca Europea per lo Sviluppo Climatico e Sostenibile.

Da Trieste un primo importante passo in avanti

A promuovere un passo concreto in questa direzione è stata l’associazione “Sustainable Financing” che, dopo aver sviluppato un piano e attivato una fitta rete di relazioni nazionali e internazionali, ha presentato alle principali associazioni imprenditoriali del territorio il programma che punta a fare di Trieste un polo internazionale per finanza e assicurazioni. Un progetto che è agli inizi e che, dopo aver avuto l’appoggio delle associazioni del territorio dovrà passare prima al vaglio delle istituzioni locali per poi passare all'esame del Ministero dell'Economia e Finanze. Solo allora si potrà presentare la candidatura ufficiale di Trieste all’Unione Europea: una candidatura favorita dalle caratteristiche della città, situata in una posizione strategica che è in grado di guardare sia al centro Europa, sia l’Est Europeo che all’area mediterranea. Un progetto che, secondo Sustainable Financing, dopo il sostegno delle categorie imprenditoriali della città ora deve puntare a raccogliere il consenso delle Istituzioni, locali, regionali e nazionali. Solo così, appoggiando in modo coeso questo progetto, la città, e il nostro Paese, avranno una possibilità concreta di poter ospitare questa importante istituzione, il cui fine è gestire i fondi indirizzati a salvaguardare il clima e gli equilibri ecosistemici nei diversi Paesi.

Di Salvatore Galeone

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